I LIBRI DELL'ABISSO

I LIBRI DELL'ABISSO

 

    Intervista agli autori del volume, dr. Roberto Volterri e Bruno Ferrante

 

 

1)- Anzitutto, cari Autori, com'è nata questa collaborazione?

 

Roberto Volterri: Ma che colore ha una giornata uggiosa…” si chiedeva l’indimenticabile Lucio Battisti in una sua celebre canzone. Per quanto riguarda la genesi di questo libro, il colore predominante ha, senza dubbio, delle inquietanti sfumature grigiastre. In un mattinata di domenica, mentre il cielo plumbeo non faceva presagire nulla di buono, ho proposto a  Bruno Ferrante di mostrargli un angolo di Roma ricco di “mistero”…

Bruno Ferrante: … così ci siamo recati  a Piazza Vittorio Emanuele II, davanti alla Porta Magica. Dati i miei interessi ad ampio raggio nel mondo del “mistero” conoscevo da tempo questa strana testimonianza di una Roma che non c’è più ma, lì, davanti, alle due statue del dio  Bes, davanti alle criptiche frasi latine e alle raffigurazioni alchemiche, la “giornata uggiosa” ha iniziato ad assumere ben più interessanti nuances  che variavano dall’alchemica “Nigredo” per passare rapidamente all’”Albedo” e alla “Rubedo”…

R.V. : Vorrei aggiungere che è andata proprio così! Sara stata l’ancestrale influenza del Marchese Massimiliano Palombara – il quale fece realizzare la Porta Magica forse con la partecipazione dell’alchimista Francesco Borri – ma ben presto iniziammo a discutere del Cenacolo Alchemico della ex regina Cristina di Svezia, dell’esoterista e medico Francesco Borri e, in particolar modo, degli infiniti interessi del gesuita Athanasius Kircher al quale sarebbe stato inviato uno dei “Libri dell’Abisso” di cui parliamo nel volume appena uscito: il Manoscritto Voynich.

 

               

                           Gli Autori davanti alla Porta Ermetica a Roma

 

2)- Quanti e quali "libri dell'Abisso" vengono trattati in questa bella novità libraria edita dalla Eremon?

R.V.: Non potevo non trattare un po’ a fondo dell’introvabile Necronomicon e, soprattutto, degli infiniti “depistaggi” nei libri e nel web riguardo a mai esistiti personaggi che se ne sarebbero occupati. Questa capillare mia personale ricerca si è mostrata quasi più interessante della ricerca .dello stesso “imprendibile” Necronomicon!

B.F.:  Ebbene sì, il Necronomicon e le indagini sulla sua possibile, reale, esistenza sono un obiettivo che Roberto Volterri  persegue… da sempre!

Ma nel libro ampia parte è riservata anche ad un altro “libro dell’abisso della Conoscenza”, all’indecifrato (fino ad ora…) Manoscritto Voynich

R.V.: … aggiungo che – per una sorta di inevitabile par condicio – abbiamo dato spazio anche a libri non in “odor di zolfo” ma quasi in “odor di incenso”, ovvero libri che sarebbero stati trovati in monasteri del Tibet e che testimonierebbero del passaggio e della permanenza di Gesù in quelle lontanissime regioni.

 

3)-Alcuni di essi sono stati precedentemente oggetto di studio da parte del dr. Volterri: possiamo trovare delle novità o c'è ancora un fitto velo di mistero che attende di essere risolto?

 

R.V.: Del Necronomicon, in particolare, ho scritto nel mio libro “Archeologia dell’Introvabile” ma per “I Libri dell’Abisso” la ricerca è stata ben più ampia e, anche con mia sorpresa, sono emerse molte “cose strane”, anzi “stranissime”…

B.F.: … “stranissime” cose che sono emerse anche durante le nostre ricerche sul campo, a Roma e dintorni, riguardo al gesuita Kircher, al marchese Massimiliano Palombara, alla Porta Magica!

Ma la ricerca continua perché abbiamo appena terminato il sequel “ I Dèmoni dell’Abisso” – dedicato in particolare a sulfurei personaggi – e stiamo lavorando a “ La Musica dell’Abisso”. Insomma una vera e propria “Trilogia dell’Abisso”!

 

4)-Perché, nel sottotitolo, li definite "Libri maledetti"? Potete raccontarci una storia rappresentativa che riguarda uno di essi, quella che più vi ha incuriosito?

 

R.V.e B.F.: “Libri maledetti” perché, come nel caso del Necronomicon, si discute ad libitum sulla loro esistenza, sulla possibile loro genesi, sulle strane esperienze oniriche dell’ineguagliabile Howard Phillips Lovecraft. Ma anche perché su uno di essi – il Manoscritto Voynich – pende quasi una sorta di “maledizione” riguardo alle mille ed una “decrittazioni” e interpretazioni.

Compresa quella del falso di cui trattiamo in modo più ampio nel sequel “I Dèmoni dell’Abisso”. Con parte sperimentale…

 

5)-Sempre nel sottotitolo il lettore può apprendere che alcuni di questi libri forse non sono mai esistiti: potete illustrare qualche esempio?

 

R.V. L’esempio classico è quello di un celeberrimo, famigerato libro appartenente, suo malgrado, alla non vastissima schiera dei cosiddetti “Pseudobiblia”, ovvero, volendo ricorrere ad una diffusa suddivisione, libri che sono esistiti, ma che oggi non esistono più; libri che esistono ma è come se non esistessero  a causa della  loro irreperibilità o censure – come successe per la prima edizione di Pasque di sangue di Ariel Toaff – libri che esisteranno, ma che… ancora non esistono e infine .libri che ( forse) non sono mai esistiti, ma che potrebbero esistere come  Il Libro di Dzyan oppure… il nostro Necronomicon…

 

B.F.: … ma, se vogliamo, anche il Manoscritto Voynich potrebbe essere considerato “maledetto” non fosse altro per le decine e decine di interpretazioni e a volte quasi impossibili “decrittazioni” come abbiamo avuto modo di ascoltare in occasione del convegno “Voynich 100” tenutosi nel 2012 a Villa Mondragone, dove sarebbero state acquistate un secolo prima le misteriose pergamene.

 

6)- A cosa è dovuto il "cover-up" sull'argomento?

 

R.V.: Più che di cover-up si potrebbe parlare, almeno in certi casi, di disinformazione basata su una sorta di “passa-parola” via Internet privo di verifiche e di capillari indagini. Nello scrivere la prima parte de “I Libri dell’Abisso” io stesso sono rimasto meravigliato nello scoprire quali e quanti “depistaggi” siano stati diffusi nel web e su alcuni libri pubblicati in Italia negli anni passati! Sicuramente ad arte e, se vogliamo essere “buoni”, a fini prettamente commerciali, oppue…

B.F.:… oppure per rendere sempre più difficile, a noi ricercatori del “misteri”, la quotidiana battaglia nel cercare di disperdere le “ombre” gettate dalla “clessidra del tempo”, per parafrasare il titolo di uno degli ultimo libri pubblicati dal prolificissimo coautore, Roberto Volterri (“L’Ombra della Clessidra”” Eremon Edizioni 2012)

 

7)- Parliamo del Manoscritto Voynich (cui nel 2011 dedicammo un video). L'11 novembre del 2009 l'informatico Richard Rogers disse di essere giunto "alla" soluzione: cioè, in poche parole, nel documento sarebbe nascosto un codice criptato, una sorta di griglia matematica, che porterebbe - se debitamente utilizzata- alla completa decodificazione del contenuto, del suo messaggio e dei suoi simboli. Secondo Rogers, il giardino di Villa Mondragone (Frascati), dove deve essere posizionata la griglia, potrebbe essere la vera chiave di lettura del manoscritto. Cosa ne pensate? Troveremo una risposta nel vostro libro?

 

R.V..:  Ovviamente, cara Marisa, abbiamo considerato anche le ipotesi di Rogers, di Friedman, di Rugg, di Nebold, comprese le ultimissime avanzate dagli italiani Giuseppe Fallacara e Ubaldo Occhinegro riferibili a Castel del Monte e a Federico II di Svevia. Però credo che la parola fine ancora non sia stata posta riguardo alla decrittazione del manoscritto che Wilfrid Voynich avrebbe acquistato nel 1912 a Villa Mondragone, che ben conosco. Aggiungo che tra le ipotesi avanzate c’è anche quella del falso perpetrato agli inizi del XVII secolo ai danni dell’imperatore Rodolfo II di Praga e – perchè no? – anche, forse,… nel XX secolo.

B.F..: L’ipotesi avanzata da Rogers è, appunto… un’ipotesi. Una delle tante – per essere onesti, anche la nostra esposta nel libro, lo è – avanzate dal 2012 in poi per dare una spiegazione all’indecifrata scrittura visibile sulle centodue pergamene ora conservate presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale (USA), per spiegare cosa stiano facendo le graziose pulzelle immerse in un liquido verdastro raffigurate nel “Voynich”, per identificare piante e costellazioni che… non esistono. E così via…

 

8)-Riguardo alla datazione, Rogers sostenne anche che gli autori erano italiani, della famiglia Longhi e che sarebbe stato redatto proprio a Villa Mondragone a partire dal 1578. Ma nel 2011 l'Università di Yale (ricordiamo che il Voynich è conservato alla Binecke Rare Book and Manuscript Library della cittadina) ha acconsentito al  prelevamento di quattro frammenti da altrettante pagine del manoscritto, per testarli al Radiocarbonio. Così il team guidato dal prof. Greg Hodgins, ha stabilito che la datazione è compresa tra il 1404 e il 1438, antecedente a quanto si era supposto. Dunque non solo Rogers sarebbe in errore ma cadrebbero anche altre teorie. Gli inchiostri, però, non sono stati datati per la scarsità, se non assenza, del carbonio in essi. Ritenete possibile che possano essere coevi al materiale di cui è composto il libro? Avete delle ipotesi che potete svelarci in anteprima (cioè prima di leggere la vostra opera)?

 

R.V.: In occasione del convegno “Voynich 100” ho avuto modo di ascoltare anche interventi relativi alle datazioni, ma non credo che si sia pervenuti a stabilire la vera “data di nascita” del “manoscritto più misterioso del mondo”. Pensa che qualcuno ha ipotizzato anche un “sospetto” 1912, guarda caso proprio l’anno in cui il libraio lituano avrebbe acquistato le pergamene. Anche se di quell’anno e del luogo di provenienza egli stesso non ha mai parlato…

B.F.: … però, di tutto ciò, delle datazioni, delle analisi, della possibilità di realizzare oggi stesso un “Manoscritto Voynich”…  falsamente “antico” scoprirete moltissimi dettagli anche nel nostro libro “I Dèmoni dell’Abisso” che potrebbe veder la luce a fine anno.

 

9)- Per concludere questa intervista, è un piacere farvi gli auguri di grandi soddisfazioni. E ai lettori raccomando di non cadere... nell'abisso, ma di saper cogliere gli stimoli che certamente la vostra opera saprà fornire.

 

R.V. e B.F. : Ti ringraziamo moltissimo per l’ospitalità offertaci sul tuo interessantissimo sito web “Duepassinelmistero” e ci associamo al tuo invito fatto ai lettori, sollecitandoli ad affacciarsi cum grano salis sull’infinito universo dei “misteri” che ci circondano.

 

(Marisa Uberti)