Il popolo del Peyote: Huichol del Messico

                                                           (Marisa Uberti)

 

 

Questa è la sintesi di una conferenza tenuta dai rappresentanti del popolo Huichol (detto anche Wirrarika o Wixarika) nell’ambito del XIII Festival “Lo Spirito del Pianeta”, tenutosi a Chiuduno (BG), dal 24 maggio al 9 giugno 2013. La presente conferenza l'abbiamo seguita il 2 giugno.

                                    

    Lo sciamano don Juan (a sinistra con un tipico copricapo) e il suo collaboratore Ricardo Nafez

 

Per chi non conosce nulla di questa cultura indigena, è stata delineata a grandi linea la sua storia e la localizzazione insediativa di questo popolo.

I Huicholes da secoli abitano la zona centro-occidentale della Sierra Madre (nel nord dello stato di Jalisco e nell'est del Nayari), che costituisce una delle più inaccessibili e impervie regioni del Messico. La sua orografia è accidentata con profondi burroni (barrancas) e tortuosi cañon, erosi dai fiumi che scorrono nella regione.  Per raggiungere la zona degli Huicholes vi è una strada sterrata, sono cammini faticosi; i territori si trovano a 20 ore circa dal centro del Messico, in valli difficilmente raggiungibili ed in un territorio che raggiunge i 2.700 m di altitudine. Qui sono stanziate alcune migliaia di persone (1), superstiti dei massacri derivanti dalla cosiddetta "civilizzazione" spagnola e lontani dalla globalizzazione contemporanea. Dopo l’ invasione spagnola del 1531, il restante popolo Huichol si rifugiò sulle montagne e per due secoli non se ne sentì più parlare fino a quando, nel 1722, alcuni Gesuiti si addentrano nel loro territorio ma incontrarono una totale resistenza. In seguito i Huicholes hanno preso parte alle lotte per mantenere le loro terre libere dai meticci (mestizos).

Tramite il loro linguaggio possiamo capire le relazioni che hanno avuto con i popoli vicini, come gli Aztechi ; il loro ceppo linguistico di provenienza è uto-azteco e con tali gruppi etnici condividono una storia antica di almeno 3.000 anni.

La loro SS. Trinità è composta dal Mays, dal Cervo, e dal Peyote, che si fonde in una sola divinità massima: il Cervo blu. I primi due rappresentano l’ancestrale sostentamento vitale, del fondamentale Peyote diremo tra poco.

I Templi in cui i Huicholes officiano i loro riti hanno forma circolare e sono molto ampi, con un diametro di 10-20 metri quadrati, chiamati caliway (?). Nel Tempio il mondo si reinventa, esso è punto di rinnovo del mondo, che si erige su due colonne: una simboleggia il cervo, l’altra il giaguaro. La parte superiore dell’edificio rappresenta il cielo, dimora degli spiriti; per questo loro dicono che i templi sono case per accogliere gli spiriti che vagano in essi.

Nella tradizione del popolo Huichol si hanno molte feste, la maggioranza delle quali religiose:

  • Dal 4 al 10 gennaio di ogni anno si tiene la festa  del cosiddetto “cambio de vastones”, cioè il cambio dei bastoni del potere. Durante questa festa si tiene l’elezione di tutte le autorità amministrative e del capo del governo della comunità.  E’ Nonno Fuoco che autorizza il cambio del potere per la democrazia del popolo.
  • Dal 20 al 24 febbraio si tiene la festa di S.Andrea, in cui si tengono varie cerimonie sacre con l’uso del Peyote. E’ una festa speciale perché questo santo è la rappresentazione umana di Gesù Cristo. Allo stesso modo loro credono che l’essenza di Gesù Cristo sia a Roma
  • La peregrinazione al deserto sacro di Wirikuta è una cerimonia che avviene ogni due anni. Questo è il luogo delle iniziazioni, dove si diventa sciamani, si riceve energia, potere, spirito rinnovato, dato dal Cervo blu e dal Peyote, la pianta sacra ritenuta il mezzo più importante per trascendere il mondo profano e la manifestazione più ovvia del sacro. Per ottenere tutto ciò si deve arrivare al deserto sacro in un completo stato di purificazione che è dato dal pellegrinaggio faticoso, celebrato con l’arrivo della gente alla meta
  • 25 marzo-5 aprile, concluso il pellegrinaggio, la gente giunge al deserto sacro di Wirikuta e viene distribuito il Peyote, vengono compiuti sacrifici animali e recitate preghiere
  • 12 dicembre: Celebrazione della Vergine di Guadalupe e alcuni santi (Andrea, Giuseppe, ecc.).

 

La cosmologia sacra dei Huicholes è basata sul numero 5. Esso è molto importante nelle preghiere, nei riti e in tutto quello che riguarda la spiritualità. E’ per questo che hanno 5 luoghi sacri legati alle origini del mondo: il primo di essi è il deserto sacro di Wirikuta, al quale si fanno pellegrinaggi ogni due anni. In questo lungo cammino i Huicholes (ma anche gli occidentali che vogliono parteciparvi) si confessano perché verranno poi purificati e risanati. Mentre si recano alla meta, i pellegrini lasciano un’offerta in ciascun luogo sacro. Se al deserto non si entra purificati, si potrebbe arrivare con spiacevoli incidenti.

La maggior parte di questi luoghi sacri presenta connessione con gli spiriti del mondo e gli sciamani qui ricevono la forza per curare le persone.

Il Peyote è un cactus, medicina sacra. Non è facile parlare dell’argomento con gli occidentali perché la considerano una droga. Se si cerca di sapere qualcosa di più sulle proprietà curative del Peyote, inizialmente i Huicholes non dicono molto perché sono di poche parole e solo attraverso un lavoro di autentica intenzione, si può entrare nel loro gruppo e capirne la profondità.

 

La memoria collettiva degli Huicholes riferisce di una forte consapevolezza della propria origine e storia. Vari canti, gli interminabili huahui, raccontano le imprese degli antenati, rappresentati dai danzatori adulti nella notte della festa del peyote (jicuri neirra); questi canti enumerano le mitiche peregrinazioni degli dei, dalla spiaggia del mare ad ovest, fino alla mitica spiaggia del mondo, sulle cime di Wirikuta, ad est, meta del pellegrinaggio rituale. La tradizione dell’origine del Mondo e della Conoscenza è tramandata di generazione in generazione: è la “storia cosmica” o verdadera, quelle che gli sciamani conoscono e che deriva dalla visita di ancestrali luoghi sacri mentre sono in stati alterati di coscienza. I protagonisti sono gli antenati, che possono venire deificati, gettando un ponte fra sacro e profano. Lo sciamano, nella cultura Huichol, detiene un grande potere: egli ha il compito di vivere a contatto con la dimensione sacra del mondo e di manipolarla; attraverso il sogno egli penetra nel mondo degli dei e stabilisce un contatto con l’aldilà.

                               

             I relatori con la traduttrice (a destra) in un momento della interessante conferenza

 

Lo sciamano presente, Don Juan, ci ha raccontato una delle sue storie (a causa della traduzione simultanea dalla lingua dello sciamano all’italiano, si è forse perso qualche passaggio descrittivo, comunque il concetto base rimane e si può capire, anche se chiaramente lo sciamano si serve di metafore esoteriche, linguaggio diverso da quello usato nella vita ordinaria):

Da quella che oggi è la direzione del Sole, giunsero degli spiriti sulla Terra; ognuno di essi aveva un nome. Nel punto in cui arriva il Sole, giunsero gli spiriti e lì si trovava l’acqua… Dall’Inizio avevano un lungo viaggio, giunsero al centro, c’erano solo tre scalini. Era notte ma scorsero il nonno-fuoco. Tornarono indietro al centro e lo dissero a tutti. Le persone decisero di sacrificare gli spiriti, ma un gruppo disse che si sarebbe sacrificato solo uno spirito. Il prescelto, sentite le parole, si diresse verso nonno-fuoco. Era lo spirito di un bambino: lui, Juan, fu il prescelto. Detto questo, lo spirito del bambino saltò dentro il fuoco, dal quale schizzarono cinque direzioni: Nord, Sud, Est, Ovest e Sopra. Il Cervo Blu sognò che lo spirito del bambino sarebbe ritornato sottoforma di Sole. In quel momento lo spirito del bambino si alzò e andò al suo posto nel cielo dove ora è il Sole. Nel momento in cui il bambino si alzò, la luce troppo forte fece sì che molti scomparissero sotto terra, esempio i serpenti. A questo punto il creatore del Mondo mise il Sole il più in alto possibile. Il terzo giorno si è stabilizzato tutto e da allora gli uomini vivono tranquilli sotto il Sole.

                       

                                                Un'intensa espressione dello sciamano

 

Il Peyote

 

Il relatore, Ricardo Nafez (2), ha detto che è necessario liberarsi dalla concezione che sia una droga. Questo popolo lo usa da sempre come medicina per il corpo e per lo spirito e durante le feste viene dato anche ai bambini.

Ingerire peyote significa incontrare la divinità massima, il Cervo Blu: lui osserva, visita, sa come sanare le ferite fisiche e psichiche. Molte persone si sono sottoposte a queste cure; molti hanno risolto in una notte i problemi traumatici infantili che sono alla base di diverse patologie. Anche il cancro è stato risolto in 4-5 cerimonie. E’ stata riportata la testimonianza di una donna italiana, divenuta donna-Medicina, la cui esperienza è contenuta nel libro scritto da Luca Terenzi “La sciamana del deserto” (donna Maria).

Questo tipo di cerimonie hanno un impatto molecolare/atomico sulla persona. Il padre di Don Juan ha 118 anni e sta bene. Mangiare il peyote, dopo la debita purificazione, accelera le coscienze e meditazioni. Questo stato è solo transitorio; si dovrà poi lavorarci molto ma senza uso della pianta. Gli sciamani sviluppano un secondo corpo che permette loro di comunicare con gli spiriti.

Esistono due tipi di malattie, secondo la concezione Huicholes: quelle portate dagli Spagnoli, che vanno curate con la medicina scientifica, e quelle originarie della Sierra, curabili con la medicina tradizionale sciamana. Tali malattie si ricollegano a tre principali cause: mancanza di responsabilità verso gli dei, malefìcio, perdita dell'anima. La prima è risolvibile offrendo molte offerte alle divinità, secondo quanto prescriverà lo chaman (sciamano). Il secondo tipo richiede una purificazione praticata dallo sciamano utilizzando le piume di uccello del bastone sciamanico (muvieri) e soffiando fumo di tabacco sul corpo dell'infermo, contemporaneamente il guaritore pratica suzioni con la bocca per estrarre l'oggetto estraneo, ritenuto fonte del male. La terza causa di malattia è sicuramente considerata particolarmente grave:  kupúri è quella parte di anima che si trova nella parte superiore della testa, se la si perde lo sciamano deve ritrovarla e rimetterla al suo posto. E’ un’operazione non facile e talvolta  è necessario lottare con il "brujo" che l'ha rubata, fronteggiandolo in una sfida magica fra bene e male.

 

  • Problematica in corso per i Huicholes

 

Diversi anni fa, prima che scoppiasse la problematica in Messico di cui diremo, gli sciamani avevano già fatto sogni premonitori. Uno di loro aveva sognato le proprie divinità che venivano sacrificate. Successivamente il significato si è compreso: il deserto sacro di Wirikuta è stato concesso ad una società canadese di estrazione di metalli preziosi (oro e argento). Da sempre i Huicholes combattono per il diritto al sacro, e hanno avuto problemi sia via terra che via mare. Il governo messicano ha dato 1000 ettari di terreno alla società canadese First Majestic Sylver che sta non solo consumando acqua preziosa per estrarre i metalli, ma sta provocando un disastro ambientale contaminando l’area con prodotti di scarto (cianuri), in cui il Peyote non può sopravvivere. Con esso, flora e fauna sono compromesse. Dal 1988 il deserto di Wirikuta fa parte della Rete Mondiale dei Luoghi Sacri Naturali dell’Unesco ed è stato dichiarato Riserva Ecologica Naturale e Culturale dal Governo Messicano; si colloca al primo posto nell’emisfero occidentale per la sua biodiversità.  La scelta del governo messicano viola anche diritti e garanzie giuridiche del popolo Huicholes, che erano state siglate a suo tempo in atti legislativi ben precisi.

E’ stata dunque fatta una richiesta di aiuto da parte di questi due rappresentanti del popolo Huichol affinchè si divulghi quanto sta succedendo e si firmi la petizione, che verrà inoltrata al presidente della Repubblica del Messico (3).

Il VI Sole è iniziato, dicono i Huicholes. Il vecchio mondo si sta distruggendo. Una via di uscita è l’apertura verso una trasformazione, lasciando aperta la mente velocemente. Prima del 2000 questo popolo non era mai uscito dal proprio territorio ma i sogni premonitori degli sciamani hanno indotto alcuni rappresentanti ad uscire nel resto del mondo per difendere la Madre Terra e l’umanità che, sostengono, essi contribuiscono a migliorare (considerandosi parte attiva del processo di purificazione) con canti, preghiere e cerimonie spirituali.

 

                                    

 

 

Note:

  1. Stimate in circa 20.000 persone. La popolazione comprende cinque comunità principali, in un'area di 4.107 Km : Tuxpan de Bolaños (Tutsipa); San Sebastián Teponahuaxtla (Wautia); Santa Catarina Coexcomatitlán (Tuapurie); San Andrés Cohamiata (Tateikie) e Guadalupe Ocotán (Xatsitsarie).Vivono di agricoltura (64%), artigianato (15,5%), allevamento (7,6%), lavorano anche come giornalieri nelle coltivazioni di tabacco, caffè e frutta tropicale, lungo le coste pacifiche del Nayarit (fonte www.mexicoart.it)
  2. Ricardo Nafez da otto anni affianca lo sciamano Don Juan, con cui era in conferenza
  3. La petizione può essere firmata ad esempio a questo link