Siponto, Manfredonia e le Madonne Nere

                                                         (Marisa Uberti)

 

C'era una volta una città che ora non c'è più. Si può iniziare così a descrivere Siponto, oggi un "quartiere" di Manfredonia. Eppure, quando Siponto nacque, Manfredonia non era nemmeno di là da venire, essendo stata fondata nel 1256 da re Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, nel XIII secolo (e da cui prese il nome).
Siponto è oggi soprattutto una località balneare tra il verde, molto apprezzata.

 

            

 

Ma è sufficiente allontanarsi poche centinaia di metri dalla spiaggia, che si incontrano già alcune antiche vestigia della sua vetustà: si tratta di due Ipogei paleocristiani, noti anche come "Ipogei Scoppa". I complessi si svilupparono nel periodo contestuale alla nascita della diocesi di Siponto nel IV secolo d.C. e del culto di San Michele della vicina Monte Sant'Angelo. Testimoniano l'importanza della cittadina sia i complessi funerari ipogei (diffusi su una vasta zona) che gli edifici religiosi. Attualmente solo due dovrebbero essere visitabili (usiamo il condizionale perchè al momento del nostro arrivo erano entrambi chiusi).  Siponto era nota già in epoca romana; la sua posizione era strategica: punto di cerniera, di collegamento tra la Capitanata (il Tavoliere) e il Gargano. Era colonia marittima di diritto romano, fondata nel II secolo a.C. Fu dotata, fin da allora, di una cinta muraria e delle strutture caratteristiche dell'abitato romano, che stanno venendo alla luce (come l'anfiteatro, le terme, ecc.). L'importanza del porto di Siponto si consolidò quando quello dauno del Monte Saraceno perse la propria influenza. A differenza degli altri centri costieri del promontorio, Siponto (e in seguito Manfredonia) non si trova arroccata in posizione difensiva, ma è di facile accesso sia per via marittima che terrestre.

Vediamo alcune immagini della necropoli di Scoppa, a poche decine di metri dalla spiaggia di Siponto:

 

 

Primeggia, tra tutti gli edifici religiosi, la Basilica di Santa Maria Maggiore (antica cattedrale, quando Siponto era sede episcopale), uno dei più importanti monumenti romanico-orientali della Puglia, risalente ai primi decenni dell'Xi secolo (fu consacrata nel 1117, quando avvenne la reposizione delle reliquie di san Lorenzo Maiorano sotto l'altare maggiore. L'importante vescovo lo abbiamo incontrato parlando del Santuario micaelico di Monte Sant'Angelo, poichè fu protagonista delle apparizioni -avute in sogno- dell'Arcangelo. Da allora i culti pagani vennero sradicati e prese avvio l'incessante devozione verso San Michele).  La costruzione medievale venne realizzata ullo sfondo della I Crociata. A quell'epoca il Signore di Siponto era Boemondo, eroico e leggendario capo dei Crociati dell'Italia meridionale, il principe di Antiochia [1].

Accanto alla Basilica è sorto un Parco Archeologico che comprende i resti di una basilica paleocristiana e complessi catacombali.  Il sito sorse su un antichissimo tempio pagano dedicato a Diana (IV sec. a.C.). Purtroppo al momento della nostra visita era tutto inacessibile per lavori in corso.

 

    

La splendida chiesa di S. Maria di Siponto. Dopo aver perso il titolo di cattedrale, è stata elevata al rango di Basilica minore nel 1977

 

Nella cripta era conservata una veneratissima Madonna Nera con Bambino, un'icona risalente al V secolo d.C., di autore ignoto. Dal 1973 l'opera è conservata in una cappella laterale della Cattedrale di Manfredonia e non hai mai smesso di essere oggetto di devozione. Si calcola che ogni anno la processione del 31 agosto raccolga più di 20.000 fedeli.

La tecnica con cui fu realizzata è tempera all'uovo su tavola. Ma qual'è la sua provenienza? I documenti la attestano dal 1327, anno in cui la sede episcopale passò da Siponto a Manfredonia (ma l'icona non venne trasferita qui fino al 1973, ricordiamolo). Secondo una tardizione, il suo arrivo a Siponto sarebbe da retrodatare al V secolo, quando avrebbe seguito l'instancabile vescovo Lorenzo Maiorano, che l'avrebbe portata da Costantinopoli. Secondo altri, era già presente e addirittura la si è attribuita all'opera di San Luca evangelista. Il 30 agosto 1872 l'icona rimase danneggiata da un incendio sviluppatosi in cattedrale a causa dei ceri devozionali accesi nel periodo della festa patronale, e ridusse in cenere la parte inferiore del quadro. Venne restaurata segretamente una prima volta solo nel 1896; il secondo restauro avvenne nel 1927 dal laboratorio di restauri della Città del Vaticano. Il 28 agosto 1955 il patriarca di Venezia Angelo Giuseppe Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII), delegato di Papa Pio XII incoronò la Madonna e il Bambin Gesù in una cerimonia a cui parteciparono 20.000 persone in Piazza Duomo (fonte Wikipedia).

Quel che si sa per certo è che nella processione annuale non viene più portata l'icona originale ma una copia (che dovrebbe essere quella attualmente conservata in una teca ai piedi del campanile della cattedrale di Manfredonia), che ha un volto ancora più scuro, a scanso di confusioni.  E' una inequivocabile Madonna Nera, e lo fu fin dall'inizio, quando andò -con ogni probabilità - a sostituire il culto della dea pagana Diana.

 

                    

Sopra, la Cappella all'interno della Cattedrale di Manfredonia, in cui si conserva la preziosissima icona della Madonna Santissima di Siponto, in dettaglio nella foto sotto:

                  

                  

Edicola addossata al campanile della Cattedrale di Manfredonia, che ospita la copia della Madonna Nera, Sotto, dettaglio dell'immagine

                 

 

Nella Cattedrale di Manfredonia non è l'unica presenza di Vergine Nera, avendo infatti una statua lignea di Madonna con Bambino, veramente notevole e con una storia da raccontare. E' chiamata "La Sipontina", perchè anch'essa proviene dall'antica cattedrale ma, a differenza della precedente, sembra sia stata abbandonata, per un certo tempo. Attualmente è conservata nella Cappella del Battistero, entro una teca. E' assai enigmatica: gli occhi grandi spalancati, l'espressione attonita, il volto bruno con due gote rosse, alcune macchie bianche sul mento; il Bambino è calvo, ha anche Lui le guance rosse ed è in posa ieratica. Perchè la Madonna ha gli occhi sbarrati? Secondo una tradizione orale, in un tempo imprecisato si sarebbe consumato uno stupro ai piedi della statua; il reprovevole episodio avrebbe avuto come protagonista una giovinetta del posto e il nipote del vescovo dell'epoca. A tale nefanda visione, la Madonna si sarebbe trasfigurata e i suoi occhi, un tempo dolci, diventarono di giorno in giorno più grandi, fino a raggiungere quelli che vediamo. "Anche la scomparsa di Siponto è collegata a questa leggenda. La ragazza cercò la morte, ma il mare la riportò a terra. Le sue lacrime allora si raccolsero formando il lago Salso che fu causa delle paludi che porteranno alla fine di Siponto. Questo racconto ricorda quello di Catella, figlia di Evangelio, diacono della chiesa sipontina, stuprata dal nipote del vescovo Felice. La vicenda è riportata nelle lettere (fine del sec. VI) di S. Gregorio Magno al suddiacono Pietro, al notaio Pantaleone e al vescovo Felice, perché la colpa fosse punita. La leggenda aggiunge ancora che le macchie bianche sul mento della statua, sono il resto del vomito prodotto dalla Vergine a causa del mare grosso durante la traversata da Costantinopoli a Siponto" (tratto da questo link).

Nel 1620 pare che i Turchi volessero rapirla ma lei tornò miracolosamente nella propria Chiesa, definita allora ancora in mezzo alle paludi di Siponto. In epoca imprecisata i cittadini di Manfredonia tentarono di portarla nella loro città ma ancora una volta la Sipontina mostrò il suo diniego, facendo salire una terribile tempesta, tanto che sembrava dovesse inabissarsi il Mondo. Venne allora lasciata al suo posto. Per chi volesse approdondire, esiste la Leggenda delle Sette  Madonne Sorelle di Capitanata. Tra di esse anche la Madonna della Luce a Mattinata, che abbiamo visitato, e quella di Merino (Vieste).

 

              

La "Sipontina" vestita di rosso, con il Bambino in braccio, siede su uno scranno

                     

 

Riteniamo opportuno inserire il riassunto di una conferenza che seguimmo nel 2010 ad Oropa, in occasione di un "summit" sulle Madonne Nere d'Europa, a suo tempo pubblicato in questo sito.  A parlarci di questa Vergine Nera fu la prof.ssa Maria Stella Calò Mariani (Università degli Studi di Bari), che presentò un argomento molto interessante "Le Madonne lignee dal volto bruno nei Santuari della Puglia e della Basilicata", coadiuvata dalla d.ssa Luigia Sabatini (docente di Chimica Analitica), la quale aveva condotto le analisi archeometriche sulle statue lignee prese in esame. Così scrivemmo nel nostro report: "La prof.ssa Mariani ha ripercorso il culto mariano nel Medioevo, in cui sorsero numerosissimi santuari dedicati alla Madonna Nera (soprattutto nel corso del XIII sec.), assistendo ad una esplosione vera e propria del culto tra XVI -XVII secolo. I santuari nascevano per apparizioni miracolose, oppure per l' invenzione (ritrovamento) di una statua o di dipinti nascosti e riscoperti. Nessun simulacro sembra anteriore all' XI-XII secolo. Alle icone bizantine (su tavola) molto frequenti in Capitanata, si affiancarono gli affreschi soprattutto nel Salento. Nel XIII sec. comparvero le statue lignee romanico-gotiche, che soppiantarono gli antichi esemplari; la loro diffusione si manifestò lungo le vie di pellegrinaggio, nei pressi di pascoli nomadi, sulle strade dei tratturi, collegano la Puglia con il Molise e l' Abruzzo . Non c'è ancora un preciso accordo sul "quando" furono annerite le Madonne venerate dalla popolazione. Perchè, stando agli studi eseguiti, le statue lignee pugliesi erano inizialmente bianche. Proprio così. La Puglia ha sempre risentito dell'influenza orientale: dalla Terrasanta e da Costantinopoli provenivano nel medioevo una gran quantità di reliquie; sembra comunque certo che vi sia stata una riformulazione organica delle leggende, un trasferimento della sacralità cristiana dall'oriente all'occidente. Emerge inoltre un denominatore comune che unisce il bosco all'acqua, alla grotta, alla cima del monte: spesso il simulacro della Vergine viene trovato in questi luoghi, già sacri in antichità. La studiosa Mariani ha esaminato alcune statue celebri pugliesi e molto venerate, come la cosiddetta "Sipontina" (conservata nella chiesa di S. Maria Maggiore di Siponto, Manfredonia, FG), che non è stata restaurata. Si tratta di una Vergine Nera con Bambino; trafugata dai Turchi, la statua volle tornare nella propria chiesa (XII sec.). Un agnus dei è presente sul retro dell'aureola. La d.ssa Sabatini, che ha eseguito le indagini archeometriche, ha aggiunto che i risultati sono sconfortanti in quanto le statue hanno subito molti rimaneggiamenti. Nel caso specifico della Sipontina è stato prelevato un frammento piccolissimo dalla mano sinistra della Vergine, e si è visto che vi è una sovrapposizione di ben 8 strati cromatici! Un frammento è stato prelevato anche dal piede sinistro del Bambino, ed anche qui sono emersi diversi strati pittorici, bruni, bianchi e rosa [...] Riassumendo: le Madonne Nere pugliesi, per quanto le studiose hanno potuto verificare sui casi indagati, 1) avevano in origine un incarnato roseo, 2) l'annerimento è stato successivo e a periodi, 3) le analisi archeometriche hanno evidenziato diverse ridipinture".

Non aggiungiamo altro in quanto ne abbiamo discusso profusamente in diverse pagine di questo sito.

A circa 10 km sulla SS per Foggia si trova la chiesa di San Leonardo in Lama Volara, risalente all'XI-XII secolo, che appartenne ad un'abbazia gestita dai Cavalieri Teutonici, che qui davano assistenza ai pellegrini. Annesso alla chiesa si trovano -rimaneggiati-i locali adibiti ad ospizio ed è questa una delle rare testimonianze del genere. Qui facevano sosta i devoti prima di inoltrarsi alla grotta dell'Arcangelo Michele o proseguire per il porto di Bari, dove si imbarcavano per la Terrasanta. Il portale è stupendamente scolpito e figurato. Si segnala la presenza di una Triplice Cinta, incisa su uno dei blocchi impiegati nel paramento murario di confine, a sinistra della chiesa. Attualmente anche questo complesso è soggetto a lavori di scavo e restauro; si può accedere alla chiesa nuova, allestita sul retro della Basilica medievale. Non potendo svolgere un esaustivo lavoro su questa magnifica chiesa, perchè la conosciamo troppo poco, ci limitiamo a pubblicare, nella Galleria fotografia a fondo pagina, numerosi dettagli delle simboliche sculture presenti sul portale principale, nonchè di alcuni dettagli dell'interno, che è completamente spoglio di arredi ma presenta tracce interessanti, come impronte di mani e piedi (indice del pellegrinaggio) e, soprattutto, nell'absidiola destra -per chi guarda- numerosi emblemi dei Cavalieri Teutonici. Per chi volesse averne un quadro più dettagliato, segnaliamo un link sintetico ma efficace.

 

 

Dopo questi magnifici "due passi" nel punto di cerniera del Gargano, tra antichi culti e consueti interrogativi, andiamo un po' sulla costa, a rimirare altre meraviglie...

 

(Autrice: Marisa Uberti. Testo e foto non si possono riprodurre senza autorizzazione e citazione delle fonti)

 

                                                         

 

[1] Per una trattazione approfondita dell'edificio vedasi "La Chiesa di Siponto", di Rosario Labadessa (scaricabile in formato digitale)

Galleria foto:San Leonardo in Lama Volara a Siponto

Argomento: Siponto, Manfredonia e le Madonne Nere

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