2) Pisa insolita II parte: nel Centro Storico

                                                                     (Quartiere S. Maria)

                                                                         (Marisa Uberti)

 

Proseguiamo i nostri due passi alla ricerca di luoghi insoliti e curiosità pisane…

 

1) Il “Bagno di Nerone” sorge in prossimità dell’antica Porta a Lucca e non distante da Piazza dei Miracoli. Si tratta di vestigia di epoca romana di cui quella più cospicua è costituita da un edificio ottagonale absidato, con una cupola particolare (v. foto). Era un locale per il bagno di aria calda (sudatio laconicum).Attorno si individuano poi dei muri perimetrali per altri locali (palestra, tepidarium, ecc.) Archeologicamente si ritiene siano i resti di un ambiente molto più vasto, pertinente alle Terme (di Adriano?). Sono ruderi importanti essendo l’unico monumento romano ancora emergente in città. Situate sotto il livello stradale attuale (per accedere all’area, libera, si devono scendere diversi gradini), le vestigia daterebbero al I secolo d.C. (al tempo di Domiziano). Cosimo III de’ Medici già le aveva fatte mettere in evidenza e restaurare tra il XVI e il XVII secolo. L’acqua che alimentava il complesso termale giungeva dal vicino fiume Auser e dall’acquedotto monumentale romano di Caldaccioli, originante da San Giuliano Terme.

 

 

2) Torre di Ugolino (o della Muda). Si affaccia sulla scenografica e storica Piazza dei Cavalieri, un tempo denominata delle Sette Vie, quand’era  il centro del potere civile e amministrativo della città medievale. La Piazza fu ristrutturata dal Vasari nel 1562 per volere di Cosimo I de’ Medici. L’enigmatica torre è inglobata nel Palazzo dell’Orologio (sede della Biblioteca dell’Ateneo). I turisti sono generalmente attratti dagli altri edifici prospicienti la piazza, come la celebre Scuola Normale e la Chiesa di S. Stefano dei Cavalieri (ovunque campeggia la croce patente rossa in campo bianco), ma vale la pena di avvicinarsi alla Torre, dove fu detenuto e morì di inezia il conte Ugolino della Gherardesca (1210-1289)[1], insieme a figli e nipoti. Soltanto una lapide ricorda l’evento ma da qualche tempo la torre è diventata sede di un percorso museale[2] dedicato a questo frammento importantissimo di storia locale (e non solo). Ugolino divenne celebre perché posto nel IX cerchio dell’ Inferno da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia (XXIII Canto, quello dei traditori della patria). Il nome originario “Torre della Muda” si deve al fatto che vi si rinchiudevano le aquile (simbolo cittadino) durante il periodo della “muta” delle piume. Storia, letteratura e arte, questi gli ingredienti del percorso di visita attraverso i ruderi dell’antico edificio, due passi tra stretti corridoi, gradini a spirale, pietre a vista e le segrete stanze dove Ugolino, secondo la tradizione, morì di fame (da qui anche l’ altro nome dato all’edificio, “Torre della Fame”). Supporti multimediali raccontano dell’Ugolino storico e di quello dantesco. Lo spazio inoltre ospita un'esposizione di pregevoli edizioni antiche e illustrate della Commedia e di altre opere nate intorno alla leggenda del conte Ugolino.

 

 

3) Chiesa di San Frediano: l’epigrafe enigmatica. Abbiamo visto nella prima parte di questo percorso, come Pisa conservi ben tre epigrafi dello stesso tipo, identiche a quelle che si trovano sul Duomo di Barga (LU), dove ve ne sono due, a Pistoia (una) e a Prato (ancora da ritrovare). La prima che abbiamo documentato nel nostro tour pisano si trova su un candido blocco esterno a sinistra del portale est del Battistero in Piazza dei Miracoli, la seconda si trova su un candido blocco a sinistra del portale centrale della chiesa di S. Frediano. Se il Battistero ha praticamente tutti i blocchi bianchi, diversa è la faccenda per la chiesa di S. Frediano, costituita per la maggior parte di blocchi tufacei nelle varie sfumature giallastre. Il blocco su cui però è incisa la frase misteriosa è bianco, come lo sono pochi altri su questa facciata. Reimpiego? Va ricordato che la facciata ha subito dei rimaneggiamenti nel 1964, per riportarla al suo originario aspetto medievale. Come mostrano le foto - anche gli stipiti e le architravi dei tre portali sono in marmo bianco. Inoltre, qui come nel caso del Battistero, l’epigrafe è su un’unica riga. Non ci soffermiamo sulle ipotesi interpretative avanzate sul significato dell’iscrizione, cui abbiamo già riservato spazio in questo sito[3], ma vanno ricordate alcune notizie sulla chiesa di S. Frediano, che risulta essere ancora più antica della Cattedrale e del Battistero di Piazza dei Miracoli, risalendo almeno al 1061, in cui viene citata per la prima volta in una fonte scritta. Furono i Camaldolesi ad occuparsene per svariati secoli, dal 1076 al 1561; essi gestivano anche l’annesso Ospedale. Dopo il 1564 il complesso passò ai Cavalieri di Santo Stefano, poi ai Barnabiti, durante la cui amministrazione furono erette le Cappelle nobiliari. Nel 1784 la chiesa venne soppressa. La facciata è impostata su tre ordini e presenta elementi romani e romanici. Di sicura epoca romana è l’architrave del portale. L’interno non è stato possibile visitarlo perché la chiusa è sempre chiusa; conserva colonne con capitelli dell’XI secolo e una croce su tavola del secolo successivo. La Chiesa si trova nel quartiere di S. Maria, in via San Frediano.

 

 

4) Il Quartiere Medievale. La Torre del Campano, Casa dell’Ebreo. Se Piazza dei Miracoli straripa di turisti da tutto il mondo, esiste una parte antica e autentica di Pisa che pochi forestieri conoscono, dove si cammina bene senza folla, perché qui i turisti arrivano con meno solerzia. Eppure è bellissimo aggirarsi tra queste viuzze in cui il sole fatica a filtrare e scoprire, passo dopo passo, la storia che si nasconde dietro ciascun edificio. Quasi di fronte alla Chiesa di S. Frediano (vedi n.1), si imbocca Via Cavalca, lungo la quale si incontra l’altissima mole della Torre dei Caciaioli o del Campano, così detta perché nel 1700 venne installata una campana che richiamava gli studenti dell’Università, che esisteva già nel XII secolo (con il nome di Studio Pisano). Nei pressi si incontrano altre case-torri che nel Medioevo erano sede di dogana per il sale, di organi giudiziari e di una sinagoga. Interessante è infatti l’edificio denominato Casa dell’Ebreo dove, dal 1407 fino alla seconda metà del 1500, vissero i da Pisa, una grande famiglia di banchieri ebrei. Già esistente nel XIV secolo, il palazzo ospitò anche un banco dei pegni (dal 1395) e un’importante Sinagoga (al secondo piano), che fu l’unico luogo di culto ebraico a Pisa nel Medioevo (1407-1571).

 

 

5) Domus Galilaeana[4]. Situata sempre lungo Via S. Maria al civico 26 nel Palazzo della Specola, ospita l’Istituto Italiano di Storia della Scienza e ha tra gli obiettivi quello di promuovere studi e ricerche sull’opera del grande scienziato pisano Galileo Galilei. Conserva preziosi documenti, tra cui i quaderni di appunti di Ettore Majorana, due missive originali di Galileo sulla caduta dei gravi, la raccolta epistolare di Giovanni Virgilio Schiaparelli, documenti relativi alla radioattività di Enrico Fermi, la strumentazione fotografica di Pio Emanuelli, e molto altro materiale scientifico che vale la pena di conoscere.

 

 

6) Casa Natale di Galileo Galilei. Nulla c’entra con la Domus Galilaeana, perché il grande scienziato ebbe i natali in un’altra zona di Pisa, in una casa ubicata nell’attuale Via Giuseppe Giusti, 24, a due passi dalla Chiesa di Sant’Andrea Foris Portam. Pochi conoscono l’enigma delle tre case di Galileo, vero? Niente paura, ve la sintetizziamo noi. Galileo nacque a Pisa il 15 febbraio 1564 da Vincenzo Galileo e Giulia Ammannati. Ma sull'abitazione natale c'è stata una confusione terribile. Quando il bambino venne battezzato al fonte del battistero di Campo dei Miracoli, venne trascritto che abitava vicino alla Cappella di Sancto Andteas. Ma erano due le chiese dedicate a questo santo, una nella Fortezza e una fuori porta. Per secoli si è ritenuto che il padre Vincenzo fosse un militare e, per associazione, si pensò che la famiglia avesse vissuto nei pressi del forte e venne messa una targa indicando, in una casa vicina alla cappella castellana di S. Andrea in Kinzica, quella natale dello scienziato. Ma non era così e lo si capì quando emersero notizie sulla reale attività del padre Vincenzo, che era un dotto insegnante di Musica e amante delle arti. Dunque, niente fortezza! La targa andò dispersa ma la città non poteva restare senza una Casa Natale di Galileo Galilei! Trovato un contratto di affitto per un appartamento in centro, stipulato da Vincenzo (dove egli diede anche lezioni di musica), si dedusse che la casa dove nacque Galileo fosse quella. Altra targa ma...era sbagliata, perchè il matematico non vi era nato! Solo alla metà del secolo scorso un professore pisano, Alberto Del Guerra,  approfondendo la biografia del grande matematico e astronomo, scoprì che gli Ammannati, nonni materni di Galileo, vissero in una dimora vicinissima alla Chiesa di Sant'Andrea Foris Portas. Da allora si ritiene, con ragionevole certezza, che proprio quella fu la casa natale, dove il bimbo vide la luce alle tre del pomeriggio. La targa? Certo che c'è e finalmente potrebbe essere quella definitiva!

 

 

7) Chiesa di San Nicola e la successione di Fibonacci. Situata nel quartiere di S. Maria, poco più avanti della Domus Galilaeana, risale al 1097 e venne ampliata nel XIV secolo dagli Agostinianiani e arricchita in seguito con opere di artisti del calibro di Giovanni Pisano e Francesco Traini. L’interno conserva una delle più antiche rappresentazioni della città (S. Nicola salva Pisa dalla peste). L’esterno colpisce soprattutto per la presenza del campanile ottagonale del XIII secolo, il più caratteristico della città dopo la celeberrima Torre Pendente. La facciata presenta lesene, archi ciechi e losanghe, ed è decorata da tarsie del XII secolo. Gli archi ciechi, le losanghe e gli oculi della facciata romanica sono stati analizzati recentemente dal prof. Pietro Armienti, docente di Petrologia e Petrografia dell'Università di Pisa. In particolare egli avrebbe individuato, nell’intarsio della lunetta dell’arco posto a sinistra del portale principale, la successione di Fibonacci. I  rapporti tra il diametro dei vari cerchi raffigurati nell’ intarsio, ordinati dal più piccolo al più grande, sarebbero stati realizzati secondo la celebre serie numerica del grande matematico pisano.

 

 

8) Palazzo delle Vedove. Molto vicino alla Chiesa di San Nicola incontriamo questo edificio cinquecentesco, dove risiedevano le vedove di Casa Medici. Attraverso un passaggio coperto aereo, potevano accedere al limitrofo Palazzo Reale[5]; Passaggio che ancora oggi è esistente (sovrasta il tratto terminale di Via S. Maria); un secondo cavalcavia collega la Chiesa di S. Nicola alla residenza reale. Sebbene sia stato rimaneggiato nel XVI secolo, il Palazzo delle Vedove esisteva già nel Medioevo, quand’era di proprietà della famiglia Bocci e doveva avere degli ampi porticati al piano terra. Bellissima la quadrifora del piano rialzato, ancora individuabile sul lato affacciato su Via Trento.

 

   Il Palazzo reale (oggi Museo), dipinto in giallo, visto dal Lungarno meridionale

 

9) La Madonna dei Vetturini. Raggiunta Piazza Garibaldi, al cospetto del Ponte di Mezzo, facciamo una deviazione veloce per ammirare un’antica iconografia che è curiosamente appesa sulla prima arcata dei portici che introducono al Borgo Stretto. La Madonna lignea, con il Bambino, è oggi una copia perché le intemperie che ha subito per oltre 400 anni hanno richiesto di restaurarla e trasferirla al Museo Nazionale di S. Matteo. L’icona si trovava originariamente nella bella chiesetta gotica di S. Maria della Spina. La casa dov’è appesa la Madonna, alle “sette colonne” apparteneva ai monaci di Nicosia. Il tabernacolo ligneo è opera di Cosimo d’Arrigo, che lavorò anche agli stalli del coro della chiesa dei Cavalieri di S. Stefano. La scultura della Vergine con il Bambino è stata attribuita invece a Nino Pisano, nella fase matura della sua valente attività artistica.

 

            

 

10) Chiesa di San Michele in Borgo. Interessante edificio sorto nel X secolo forse su un tempio pagano, ha una facciata trecentesca con elementi romanici e gotici, triplici logge e tre portali con decorazione a intarsi marmorei. Sui blocchi del paramento murario, abbiamo visto delle scritte semi-cancellate ma non sappiamo a che cosa si debbano. Purtroppo anche questa chiesa l’abbiamo trovata chiusa.

 

 

Vuoi conoscere altri luoghi insoliti e curiosità di Pisa? Fai due passi con i nostri itinerari:

 

 


[1] Per approfondirne la figura e le leggende https://divinacommedia.weebly.com/conte-ugolino.html

[2] Visite su prenotazione per gruppi di 20-25 persone

[4] Per tutte le informazioni: www.domusgalilaeana.it

[5]Voluto dal Granduca Francesco I de’ Medici tra il 1583 e il 1588, è attualmente sede del Museo Nazionale

 

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