Sicilia insolita e segreta: la Valle dello Iato

                                   (report e immagini di Marisa Uberti)

Due passi nel mistero è approdato in Sicilia, l’isola più grande d’Europa, la regione più meridionale della penisola italiana. Per arrivarvi, ho scelto il mare, imbarcandomi a Genova ed effettuando una traversata ininterrotta che ha fatto scalo nel porto di Palermo. Qui ho trovato ad attendermi Alberto Scuderi e sua moglie Giuseppina, che voglio pubblicamente ringraziare per la cortesia e disponibilità dimostrate.

Alberto è direttore  per la regione Sicilia dei Gruppi Archeologici d’Italia; ha alle spalle esperienze di scavo archeologico in diverse parti del mondo (Romania, Tunisia, Oman, solo per citarne alcune) e da molti anni sta conducendo ricerche archeologiche nel suo amato territorio, partendo dal comune in cui risiede: San Cipirello, un borgo relativamente giovane (costituito in municipio autonomo l’ 11 dicembre 1864). Esso prese vita, infatti, in seguito alla terribile alluvione del marzo 1838 che distrusse gran parte del già esistente paese di San Giuseppe  Jato. Intorno alle case rovinate e ancora un poco più a sud la gente ricostruì il proprio habitat e fondò il nuovo insediamento di San Cipirello che si trova oggi contiguo al comune di San Giuseppe Jato, diviso da quest’ultimo amministrativamente ma di fatto appare “per volontà della montagna, una sua prodigiosa emanazione” (1). 

          

      Fig. 1: Veduta del Monte Jato e, ai suoi piedi, il paese di San Giuseppe Jato e di San Cipirello

 

Sapevo delle scoperte archeologiche di Alberto Scuderi, che le ha rese pubbliche in diversi saggi, riviste specializzate e anche tramite il suo sito internet, ma non avevo mai visitato la Sicilia prima d’ora e non avevo sentito parlare della Valle dello Jato, almeno non prima di fare la conoscenza (tramite internet) dello Scuderi e delle sue ricerche sugli ipogei e sui "megaliti preistorici" del suo territorio. I normali tour per i turisti non si addentrano mai in questa Valle, che nasconde invece tesori di grande valore storico, paesaggistico ed archeologico. Spero che il mio “racconto di viaggio” possa in qualche modo destare l’interesse di molti verso queste località che sono ancora sconosciute ai più, e soprattutto possa contribuire a far riflettere gli organi preposti affinchè il patrimonio culturale di questa Valle venga valorizzato al massimo, tutelato  e reso adeguatamente fruibile dai visitatori.

Dall’agosto 2010 è stato istituito il Parco Archeologico di Iato e delle aree archeologiche di San Giuseppe Jato e dei comuni limitrofi, come Servizio dell’Assessorato Regionale Beni Culturali e Identità Siciliana, Dipartimento Beni Culturali e Identità.  Il progetto è stato realizzato con fondi della Comunità Europea, con la collaborazione dei Comuni di San Cipirello, San Giuseppe Jato, Provincia Regionale di Palermo, Azienda Autonoma per l’Incremento Turistico.  La direzione del Parco Archeologico è affidata alla serietà del medievalista professor Ferdinando Maurici, che colgo occasione di ringraziare per la disponibilità dimostrata nella mia visita all’area.

                    

                                                                                 Fig.2

  • Posizione geografica

Come mostra la cartina, l’areale della Valle dello Jato (traente nome dal fiume omonimo che vi scorre) si colloca nel contesto ambientale dei Monti Sicani settentrionali, confinato dai Monti di Palermo a Nord e racchiuso dalla parte di NE tra Pizzo Mirabella e Monte della Fiera e, dall’altro lato, da Monte Iato-Kumeta fino al prolungamento di Monte Genuardo. Un territorio che ha conservato praticamente intatto il suo meraviglioso paesaggio naturale, da sempre favorevole all’insediamento umano per la presenza di ricche sorgenti d’acqua e da corsi idrici i cui alvei hanno costituito una via di transito primaria tra punti estremi del territorio stesso. Il fiume Jato scorre da NO verso SE attraversando buona parte della Valle; si congiunge al ramo destro del fiume Belice e mette in comunicazione l’entroterra con la costa meridionale dell’isola. La Valle dello Jato ha sempre costituito, dunque, un importante nodo di collegamento

Il paesaggio che circonda la Valle è costituito da dolci colline che in genere non superano i 500 m di altitudine, da ampie vallate intensamente coltivate nei secoli, nonché da alcuni picchi e massicci calcarei che hanno costituito ottimi luoghi di insediamento (difesi naturalmente) o su cui erigere roccaforti a controllo dei transiti lungo la Valle. Voglio ricordare alcuni di questi massicci: il Monte Maranfusa, la Rocca d’Entella, la Montagna Vecchia, il Monte Jato, il Monte della Signora, Pizzo Mirabella, Monti Kumeta e Pelavet.

                        

Fig. 3: Il Monte Signora è così chiamato per l’impressionante morfologia dei suoi rilievi, che ricordano i lineamenti di un volto di donna, con tanto di addome prominente. 

 

  •   Il percorso archeologico all’interno del Parco

Per consentire al lettore di comprendere al meglio il nostro percorso archeologico, sarà bene osservare la cartina mostrata in fig. 2, individuando nella parte inferiore, centralmente, le "Case d'Alia" e spostandosi poi verso destra in un andamento sinuoso che ci porterà fino alla sommità del monte):

·         Museo/Antiquarium di San Cipirello (Case d'Alia)

·         Ingresso al Parco

·         Rovine del santuario rupestre di San Cosmo (o dei SS. Cosma e Damiano)

·         La zona delle necropoli

.          Porta araba e "Castellaccio" (non segnato in mappa perché in fase di scavo)       

.          L'area archeologica della città greca di Iaitas sul Monte Jato

 

Visitare il Parco con cognizione di causa significa poter comprendere il lungo cammino della storia di questo entroterra siculo che, oltre alle evidenze archeologiche e ai dati acquisiti che consentono di ricostruirne i tratti, sicuramente conserva ancora molti segreti.

Note:

1)- “San Giuseppe Jato e la sua Valle. Itinerari storico-artistici della Valle dello Jato” (edito dal Comune di San Giuseppe Jato, Assessorato al Turismo, 2004, p. 6).

  Per approfondire:

  • Scuderi, A.- Mercadante, F.-Lo Cascio, P. "La Valle dello Jato tra Archeologia e Storia", Edizioni del Mirto, 2011
  • Parrino, G. "San Giuseppe Jato: territorio, storia, sacralità", Profili: Guide ed itinerari, Palermo Officina di Studi Medievali, 2011 

 

 

Argomento: La Valle dello Jato (1)

curiosità

Lemmy | 06.10.2015

Scusate se la mia curiosità sarà forse fuori luogo, ma mi è stato detto che tale scena è stata girata presso la valle dello Jato, confermate?? siccome vorrei vederla con l'ausilio di Google map, sapete in che zona devo cercare?? o meglio sapete il nome di qualche monte che si vede nel video??? Vi ringrazio tanto e scusate


https://www.youtube.com/watch?v=L7IVslTnoT4

Valle Jato

Antonio Alamia | 24.06.2013

Nel ringraziarLa per le Sue belle riflessioni e il promo che intende realizzare a favore della nostra valle, desidero farle una semplice correzione, il fiume jato che nasce proprio dalle viscere dei monti che circondano la valle e segnatamente sotto il valico di Portella della Paglia e alimentato anche dalle sorgenti di Figurella, sfocia fra Balestrate e trappeto, dopo avere alimentato il lago Jato. Invece il Belice destro nasce a valle della diga dello Scanzano nel territorio di Piana degli Albanesi.
Nel ringraziarLa ancora una volta per la Sua cortesia, Cordialmente, Antonio Alamia cittadino di San Giuseppe Jato residente a San Paolo in Brasile.

R: Valle Jato

DPNM | 15.11.2013

Grazie a lei delle correzioni e precisazioni, che vanno ad integrare doverosamente quanto messo nel testo. Chiediamo comprensione, non essendo del posto; riteniamo sia doverso comunque diffonderne la bellezza e le offerte culturali. Mi scuso del ritardo nella risposta, che purtroppo ho visto soltanto adesso.
Marisa

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