Il primo Sator del Canton Ticino (CH)
scoperto nel 1965 e rimasto semi-sconosciuto
Facciamo luce su un esemplare che veramente in pochi conoscono. Il Sator di cui ci accingiamo a parlare fu scoperto sessant’anni fa (nel 1965) ma non ci risulta sia entrato nei vari censimenti che da più parti si sono raccolti, pur essendo noto in certi ambienti di studio [1]. Nel nostro inventario, comunque, non era presente e siamo ben contenti che da oggi ne avremo due in più nel database. Il Sator fu scoperto nel 1965 a Riva San Vitale, nel distretto di Mendrisio. La cittadina era nota in epoca romana come Primum Subinum sull'importante via di collegamento tra Comum (Como) e Mediolanum (Milano), da cui dipendeva amministrativamente, e i valichi della Rezia attraverso i laghi Ceresio e Lario. Situato sulle rive del lago di Lugano, il comune si accocola ai piedi del Monte San Giorgio. Dalla nostra amica ricercatrice ticinese Francesca Reichlin apprendiamo alcune fondamentali note informative: “Riva San Vitale è un comune che vanta una lunga storia e importanti testimonianze archeologiche del passato. Tra queste, il Battistero paleocristiano spicca sicuramente come il più antico edificio religioso cristiano ancora interamente conservato in Svizzera, ma numerosi altri piccoli reperti sono ancora sconosciuti al grande pubblico”.
Nel marzo 2023 Francesca ebbe l’opportunità di recarsi in visita presso il signor Giovanni Vassalli (1940-2024), custode di alcuni di quei tesori nascosti. L’ex falegname raccolse e preservò nel corso della propria vita un’ampia gamma di reperti appartenenti alla cultura contadina e tra i più antichi figurano frammenti di embrici di epoca romana, probabilmente appartenenti alla copertura di una tomba “alla cappuccina”. “Tra i suoi tesori spicca senza dubbio un coppo di terracotta, da lui rinvenuto e recuperato nel 1965 presso le fornaci di Riva San Vitale, sul quale è inciso il palindromo del SATOR, forse l’unico reperto antico di questo genere presente in Svizzera”, scrisse la Reichlin in un interessante post della pagina Facebook “Incisioni rupestri in Canton Ticino” datato 13 marzo 2023. Nella foto: Casa Vassalli (foto di F. Reichlin, 2023).
L’esemplare, ci informa sempre Francesca, è stato attribuito cronologicamente al IV o V secolo d.C., fornendo come rif. bibl. F. Macchi , “Riva San Vitale”, Comune di Riva San Vitale, 1989, pp. 58-62. Si tratta delle cinque parole disposte una sopra l’altra come nel classico quadrato magico ma non vi è alcuna griglia né caselle. La grafia è bella, con le A aventi barra trasversale angolare a due tratti. Crediamo si possa ritenere valida l’ipotesi che le parole siano state scritte prima della cottura della tegola, quando l’argilla era ancora fresca. Lo scopo? Secondo chi scrive- per tutto quanto raccolto in tanti anni – lo scopo era quello di conferire protezione all’edificio cui la tegola era destinata, scongiurandone magari il crollo e/o o per tenere lontani gli influssi malefici. Foto F. Reichlin (2023). Accanto alla tegola si vede un foglietto con la evidenziazione delle parole TENET che, nel quadrato magico, si dispongono a croce. Una delle ipotesi che furono fatte negli anni è che il Sator potesse essere una crux dissimulata usata dai primi cristiani e l'intero palindromo sarebbe una sorta di anagramma del Pater Noster. La A e la O poste ai lati della croce, sarebbero un riferimento all’alfa e omega dell’Apocalisse: «Io sono l’alfa e l’omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine» (Ap 22, 13). "Se Pater noster si incrocia sulla lettera N (come il quadrato si incrocia sulla N di TENET), cancellando come in gioco enigmistico le lettere del quadrato magico, rimangono due A e due O che vengono poste ai lati della croce. Anagrammando le lettere del Sator, si possono ottenere alcune invocazioni: O Pater, ores pro aetate nostra: O Padre, prega per il nostro tempo; Ora, operare, ostenta Te, Pastor: Prega, opera e mostrati, Padre; Retro Satana, toto opere asper: Arretra Satana, crudele in tutte le tue opere" (F. Pagani e C.A. Pisoni, nota 2)
Spinti dalla curiosità abbiamo approfondito la ricerca e abbiamo scoperto che nel 2002 l'esemplare fu documentato da Marcel Chicoteau (v. nota 1) il quale fu accolto in casa di Giovanni e Angela Vassalli, che glielo mostrarono insieme alla loro "collezione" di antichità e si stupì che l'importante reperto non fosse stato menzionato da autorevoli studiosi dell'argomento (come Rino Camilleri, che peraltro non risiedeva distante), constatando che la scoperta era rimasta sostanzialmente locale. Infatti, Chicoteau ricordava il contributo di F. Macchi (cit., 1989), che era stato preceduto da articoli nel Bollettino Storico della Svizzera Italiana, XCX, 111, 1987. Un anno dopo, il 4 giugno 1988, apparve un articolo sul Quotidiano di Lugano. La RSA di Losanna, 1987, descrisse semplicemente il ritrovamento come "scritta magica". L'indagine di Chicoteau ci pare interessante anche perchè si pone il dilemma della effettiva datazione dell'esemplare impresso sulla tegola dei Vassalli, al fine di capire se possa essere l'esemplare occidentale iniziante con SATOR più antico che si conosca. Non il "quadrato magico" più antico, si badi bene! Ma fateci caso: i più antichi iniziano con la parola "ROTAS"[3]. Foto di F. Reichlin (2023).
A suo tempo ci siamo occupati del fatto che i palindromi più precoci appartenenti a questo genere, iniziassero con la parola “Rotas” e non Sator, come abbiamo pubblicato in un articolo anni fa. Forse con la cristianizzazione avvenne l’opportuno “cambio”; non sappiamo esattamente quando esso avvenne ma è certo che un palindromo cominciante con la parola Sator si trovi in un manoscritto dell’anno 822 (Ms Lat.. 11505 o Bibbia di Saint-Germain-de-Prés conservata nella Bibliothèque Nationale de France, Département des Manuscrits, Paris, BnF, Latin 11505). Tale codice è però una copia di uno scritto più antico di San Girolamo (IV secolo d.C.), in cui vi è una trattazione dedicata ai “giochi di parole”, agli anagrammi, ai palindromi (foto). Questa parte “enigmistica” potrebbe essere stata un’aggiunta del IX secolo e pertanto questo Sator non è più considerato il primo esempio del passaggio da Rotas a Sator. Secondo quanto scrive Chicoteau, il primato spetterebbe all'amuleto (ostrakon) in bronzo del Kaiser Frederik Museum di Berlino, che si presume essere il più antico di tutti i SATOR (cioè di quelli che iniziano con la parola Sator e non Rotas). "Di origine egizia, circondato da indizi interamente cristiani (un punto importante), la sua datazione più attendibile risale al VI secolo", scrive lo studioso francese.
Ma ecco che si fa avanti il reperto svizzero trovato a Riva San Vitale dal Vassalli che, con la sua presunta datazione, si qualificherebbe come il più precoce che al momento si conosca. Appare di fondamentale importanza avere la certezza della datazione e Chicoteau ci viene provvidenzialmente incontro perché – udite udite! – ha fatto eseguire delle specifiche analisi sull’iscrizione della tegola di Riva. Vediamo i risultati! "Due specialisti dell'Università australiana del Queensland lo hanno esaminato attentamente. Il signor Whitehorne, epigrafista, ritiene che questa copia possa essere stata incisa intorno alla metà del V secolo, ma senza assoluta certezza". Poco prima di pubblicare il suo articolo (2002), Chicoteau aveva ricevuto conferma della datazione e un significativo rafforzo dal titolare della Cattedra di Studi Classici e Storia Antica, il Professor R.D. Milns, “il quale si dichiara convinto che il SATOR di Primum Subinum risalga al IV secolo e che sia chiaramente correlato, dal punto di vista epigrafico, a un epitaffio cristiano risalente al 338". Cosa vogliamo di più? Abbiamo la parola degli esperti e questo esemplare di Riva San Vitale, collocabile tra IV o V secolo d.C., sarebbe l’esempio più precoce della trasformazione del Rotas/Sator che si conosca in Occidente. Foto: ancora una bella visuale del Sator/Arepo di Riva San Vitale (F. Reichlin, 2023).
[1] Ne tratta, ad esempio, Marcel Chicoteau in una ricerca dal titolo: “Un trésor suisse : le carré magique de Primum Subinum (Tessin)”, in Revue belge de philologie et d'histoire, tome 80, fasc. 1, 2002. Antiquite - Oudheid. pp. 97-100. DOI : https://doi.org/10.3406/rbph.2002.4607; www.persee.fr/doc/rbph_0035-0818_2002_num_80_1_4607
[2] "Per non dubitar de lupi", https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/simbolismo/satorisolabella/
[3] La formula iniziante per "Rotas" non scomparve comunque dalla scena, come dimostrerebbero gli esemplari di Aosta, Magliano de' Marsi (AQ), Capestrano (AQ), Acquaviva Collecroce (CB), collocati in periodo medievale
Articolo inserito il 31/07/2025. Autrice Marisa Uberti. Si ringrazia F. Reichlin per la gentile concessione delle foto del Sator di Casa Vassalli. Si ringrazia anche Luca Bettosini, che ci ha indicato il seguente link per conoscere la collezione del compianto Giovanni Vassalli: https://lanostrastoria.ch/galleries/giovanni-vassalli-ed-suo-interesse-agli-oggetti-legati-alla-civilta-contadina