5. Le teorie di Gurdjieff

                                                              (Alessio Marchetti)

                                                                    Parte V di VII

 

Georges Ivanovič Gurdjieff fu un filosofo e scrittore d’origine armena, oltre che un maestro di danza. Le sue teorie combinano in un sistema di tecniche piscologiche e fisiche il sufismo e componenti di altre religioni, al fine di ottenere il superamento di quegli automatismi psicologico-esistenziali che condizionano la vita dell'essere umano.

Secondo Gurdjieff la vita umana viene vissuta in uno stato mentale di veglia apparente simile al sogno e per ottenere uno stato di maggiore vitalità egli elaborò teorie secondo cui era necessario effettuare un lavoro su se stessi che comportava il raggiungimento di uno stato di isolamento mentale e di calma pressoché assoluta; da lì poteva partire poi il confronto con gli altri esseri umani. Fondò una vera e propria scuola per lo sviluppo spirituale (l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo), mentre si concentrò anche sull’insegnamento di danze sacre ed in Asia (Medio Oriente, India, Tibet) venne a contatto con diverse tradizioni spirituali.

Gurdjieff fu attivo anche in Europa, particolarmente in Francia, mentre in Germania tenne nel 1921 la sua prima conferenza europea. Le “sue” danze sacre ottennero interesse anche negli Stati Uniti e dal 1945 egli volle trasmettere la propria opera al fine di riunire i propri seguaci sparsi nel mondo. Morì però nel 1949 negli Usa.

Opera di rilievo realizzata da Gurdjieff è la classificazione delle tradizioni spirituali, secondo la quale esistono quattro “vie” così riassunte:

 • 1a via, “Via del Fachiro”, si fonda su un lavoro corporeo;

• 2a via, “Via del Monaco”, comprende un lavoro basato sul sentimento;

• 3a via, “Via dello Yogi”, riguardante il lavoro fatto sulla mente;

• 4a via, “Via dell’Uomo Astuto”, mira ad armonizzare tutte le parti costituenti dell’uomo.

Secondo Gurdjieff risulta comunque difficile per l’uomo occidentale l’osservanza di queste vie spirituali, poiché è troppo preso dal ritmo della società e non riesce a dedicarvisi come dovrebbe per realizzare una condizione ideale su se stesso.

 

                                                 

 

 

 

 

 

 

       Georges Ivanovič Gurdjieff

 

 

In particolare, la Quarta Via introduce all’apprendimento di un antico sapere attraverso cui l’uomo, addormentato, può risvegliarsi dal torpore spirituale di cui è vittima, iniziando a riscoprire se stesso e a rinascere intimamente, ottenendo così una nuova dimensione interiore.

Pëtr Demianovič Uspenskij, filosofo russo, descrive in questo modo la Quarta Via individuata da Gurdjieff:

«La Quarta Via è diversa dalle altre tre vie perché la richiesta principale che viene fatta ad un uomo è quella di comprendere. Un uomo non deve fare nulla che non abbia compreso, ad eccezione di esperimenti sotto la supervisione diretta del maestro. Più un uomo comprende che cosa sta facendo, maggiori saranno i risultati dei suoi sforzi. Questo è un principio fondamentale della Quarta Via. Il risultato del lavoro è proporzionale alla consapevolezza del lavoro. Nessuna fede è richiesta nella Quarta Via; al contrario la fede di ogni tipo è opposta alla Quarta Via, nella Quarta Via un uomo deve soddisfare se stesso con la verità di quello che è detto, e fino a che non è soddisfatto non deve fare nulla».

Gurdjieff fu però anche accusato di torture verso i propri discepoli e secondo alcuni egli emanava una forza oscura; ad ogni modo anche Stalin fu attratto dalle posizioni di Gurdjieff e maturò un certo interesse per le pratiche di occultismo, intrattenendo relazioni anche con Michail Afanas'evič Bulgakov, scrittore, drammaturgo e occultista.

L’influenza del suo pensiero è giunta sino in Sud America, dove alcuni collegi hanno ripreso le sue posizioni sia in Venezuela che in Bolivia e in Cile. Gurdjieff è noto anche per aver ideato un lavoro di gruppo da svolgere insieme ai discepoli per raggiungere una piena consapevolezza e conoscenza, oltre che mentale, anche fisica di se stessi.

 

Uspenskij descrisse in questo modo il lavoro di gruppo proposto da Gurdjieff:

«Esercizi ritmici accompagnati da musica, danze dervisce*, esercizi mentali, studio dei diversi modi di respirare e via di seguito. Tra i più impegnativi erano gli esercizi di imitazione di fenomeni (para)psichici: lettura del pensiero, chiaroveggenza, manifestazioni medianiche etc. Prima di iniziare questi ultimi, Gurdjieff ci aveva spiegato che lo studio di questi "trucchi" come li chiamava era obbligatorio in tutte le scuole orientali, perché era inutile iniziare lo studio dei fenomeni di carattere paranormale senza aver prima studiato tutte le imitazioni e tutte le contraffazioni possibili. Tuttavia il nostro sforzo era indirizzato soprattutto al ritmo, e su strane danze destinate a prepararci ad eseguire in seguito gli esercizi dei dervisci. Gurdjieff non ci diceva né i suoi scopi né le sue intenzioni, ma da quello che aveva detto all'inizio, si poteva pensare che tutto questo mirasse a condurci verso un miglior controllo del corpo fisico

* originarie dello Stato dei Dervisci (l’antica Somalia islamica, esistente tra il 1896 e il 1920)

 


Pëtr Demianovič Uspenskij (1878-1947)

 

 

 

Parte I: Bogdanov, aspirazione all'eterno

Parte II Fëdorov e il Supramoralismo

Parte III: il Cosmismo

Parte IV: La Cosmonautica russa e sovietica

Parte VI: Comunismo e Materialismo

Parte VII: Previsioni vere e smentite

 


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