2.2 S.Maria di Brusicco

                                                                       (DPNM)

                                                  

 

In questa chiesa Angelo Roncalli venne battezzato e ricevette la Prima Comunione il 31 marzo 1889. Il certificato di battesimo, conservato nella casa natale, testimonia che il sacramento avvenne la sera dello stesso giorno della nascita[1] e venne officiato dal parroco don Francesco Rebuzzini. Si citano i nomi dei genitori e del padrino, Saverio Roncalli figlio di Giovanni Battista, nonché il nome imposto al battezzando, Angelus Joseph[2]. Attualmente è ancora visibile il fonte battesimale dove il futuro papa venne battezzato. Nell’abside è situato l’altare dove, il 15 agosto del 1904, il giovane don Angelo Roncalli celebrò la sua prima Messa solenne.

 

Egli era stato ordinato sacerdote appena cinque giorni prima, il 10 agosto, nella chiesa di S. Maria in Monte Santo (P. zza del Popolo a Roma), da Mons. Giuseppe Cepetelli. Dal 1901, infatti, Angelo si trovava a Roma per seguire gli studi teologici nel Seminario romano dell’Apollinare. La sua prima messa la celebrò in un posto davvero speciale: le Grotte Vaticane, sulla Tomba di Pietro. Nelle foto (presenti nella sua Casa natale) troviamo il ritratto di un giovane Angelo Giuseppe in abito di sacerdote e, sotto, l'attestazione della celebrazione della sua prima Messa:

 

                                                          

 

E proprio da quelle grotte, note per essere la necropoli dei papi, proviene la lapide della tomba di Giovanni XXIII, che conteneva le sue spoglie, e che oggi possiamo vedere proprio nella chiesa di S. Maria a Sotto il Monte. La lapide è quella originale deposta alla morte del pontefice, avvenuta il 3 giugno 1963; la tomba era molto venerata nelle grotte vaticane da milioni di pellegrini provenienti da ogni dove. Per questo il 3 giugno del 2001 papa Giovanni Paolo II fece portare la salma (dopo la beatificazione, avvenuta nel trentottesimo anniversario della sua dipartita) nella basilica di San Pietro; in quell’occasione venne effettuata la ricognizione sulle spoglie e il corpo venne trovato intatto. Da quel momento riposa in una teca di vetro, con una maschera di cera sul volto, sotto l’altare di San Gerolamo3]. Per volontà di papa Woityla, sulla lapide venne aggiunto “Beatus” e venne donata dalla Fabbrica di San Pietro a Sotto il Monte, che ha ritenuto di collocarla simbolicamente in questa chiesa, di fronte al fonte battesimale dove Angelo Giuseppe ricevette il primo sacramento. Nelle Grotte Vaticane, nello stesso posto dove si trovava la tomba di Giovanni XXIII, c’è quella di papa Woityla.

La chiesa di S. Maria risale al 1450 ed è parrocchiale dal 1823. E’ forse probabile che vi sorgesse un edificio precedente, visto che il paese è documentato da prima del Mille. All’esterno abbiamo individuato una pietra su cui è incisa una croce a due braccia, con terminazioni bifide, e una possibile data 1692 (dove però il numero 1 sembra più una i e il supposto 16 è separato dal 92- scritto ad un livello tra l’altro inferiore- dal braccio lungo della croce). Mistero, che speriamo qualche esperto locale possa presto svelare. Abbiamo scorto, aggirando l'edificio, alcuni segni sulle vetuste pietre, che sono state certamente riassemblate nel corso del tempo: nell'arco di una finestra laterale le iniziali MA; su due blocchi di pietra grigia, due probabili segni dei lapicidi (vedi galleria fotografica a fondo pagina). Sul campanile, è presente un gallo.

All’interno si trovano dei frammenti di affreschi di buon pregio, una soffittatura lignea, e due confessionali che hanno attirato la nostra attenzione: su quello sinistro si nota un classico “occhio onniveggente” o trinitario, nel triangolo fiammeggiante, mentre su quello di destra è stato staccato (riteniamo plausibile che fosse il medesimo simbolismo). Sono simboli usati nell’iconografia cristiana, ma anche in quella massonica. Mentre dunque ci apprestiamo a salire ad un altro luogo della memoria legato al papa santo bergamasco, ripeschiamo nella mente quanto alcune fonti ipotizzano sull’appartenenza di Giovanni XXIII alla Massoneria. Eresia?  Lo vedremo nel prossimo articolo.

 

 


[1] Era una pratica comune, essendo il tasso di mortalità infantile molto elevato

[2] Il documento è in latino

[3] L’ultimo sulla destra, entrando in Basilica

 

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