La città-fantasma di Assseria
(Dalmazia settentrionale, Croazia)
(Marisa Uberti, 2019)
A una trentina di km da Zara (l'antica Jader), nell'entroterra della Dalmazia settentrionale, siamo andati a documentare la città-fantasma di Asseria, su una piccola altura che fu già insediamento preistorico e poi castelliere liburnico. I Romani, data la posizione strategica, vi impiantarono una vivace città dotata di possenti mura e porte, un Foro, la necropoli, un acquedotto, i templi. Con la caduta dell'Impero romano, Assseria non venne distrutta ma fu gradualmente abbandonata dai suoi abitanti, stanchi delle continue incursioni di Avari e Slavi. Tutto cadde nell'oblio e soltanto nel 1774 tornò a far parlare di sè, quando l' abate Alberto Fortis (storico e archeologo) notò sporgenze di mura dal terreno e ne identificò il perimetro. Da allora numerose campagne di scavo sono iniziate e successivamente interrotte per motivi bellici soprattutto. Dal 1998 gli scavi sono ripresi in modo sistematico, consentendo di riportare alla luce la città sepolta e importanti reperti archeologici, per la maggior parte trasferiti al Museo Regionale di Benkovac. Caratteristici, ancora visibili in situ, i "cipus", le singolari tombe a forma di fallo usate dai liburni. Il sito, accessibile al pubblico, al momento della nostra visita non ci è parso molto curato (l'erba alta e i rovi impediscono di effettuare un adeguato percorso di visita), tuttavia è stato estremamente interessante aggirarsi tra quelle millenarie vestigia. Al centro della città, entro le mura e nel luogo dove sorgeva il Foro, si erge la chiesetta di Santo Spirito circondata dal cimitero del vicino paese di Podgrađe. Ad avere la chiave sono solo i parenti dei defunti.