LIMOGES e i Compagnons de Devoir

                                                              (Marisa Uberti)

                                            

In rosso, la città di Limoges, nel suo dipartimento (Haute-Vienne, nella regione del Limousin)

 

Nella bellissima cittadina di Limoges ci siamo fermati per i nostri “due passi”, dopo aver fatto tappa nel Larzac per visitare le Commanderie Templari di La Couvertoirade, Saint-Eulialia de Cernon e La Cavalerie. Siamo diretti sull’Atlantico, a La Rochelle, altra importante tappa sulle tracce dei Cavalieri del Tempio ma siccome i chilometri sono tanti, Limoges è una meta perfetta e, inoltre, ci ha regalato delle gradite sorprese tra le quali una bellissima Madonna Nera chiamata “Madonna della Luce” (Vierge Noir de la Pleine Lumière) e i segreti del Museo dei Compagnons, una perla che si riallaccia benissimo alla nostra ricerca.

L’area della Cattedrale è unica, non ricordando di averne mai incontrate di simili. circondata da un giardino botanico (i “Giardini del Vescovo”) in cui, tra vegetali di ogni tipo, zampillano fresche acque in vasche e laghetti, come a riprodurre il biblico “Eden”…

 

                                     

 

La cattedrale è dedicata a Saint-Etienne (Stefano), sede del vescovado di Limoges, che comprende le province della Haute-Vienne e della Creuse. L’edificio attuale insiste sul sito di una cattedrale romanica consacrata nel Natale del 1095 da papa Urbano II. E’ l’unica testimonianza esistente della “città vescovile” comprendente il battistero di Saint Jean (vicino al portale Nord) e il chiostro (vicino alla porta Sud). Un oratorio più antico, eretto sui ruderi di un tempio pagano, si trovava all’incrocio del transetto settentrionale, dove si trova la Cappella di Sainte Valérie (una volta dedicata a S. Martial).

La bellissima costruzione ha misure imponenti: lunghezza della navata di 81, 70 m, larghezza 11, 30 m, altezza (alla volta) 23, 50 m e altezza delle navate collaterali 12 m. Il transetto, rispetto all’edificio, risulta piuttosto ristretto: 41, 15 m di lunghezza e 7 m di larghezza).

La cattedrale di Saint-Etienne domina la città di Limoges. Si tratta di uno dei pochi grandi monumenti romanico- gotici del Sud della regione Loira.

 

                              

 

Vari sono stati i restauri ma il coro (parte absidale) è originario e risale al 1273, quando il vescovo Aymeric de La Serre lo fece realizzare (si concluse nel 1327). Le colonnette fascicolate si innalzano fino alle volte e questo slancio già annuncia il gotico fiammeggiante. Un tempo tra Coro e fedeli c’era una separazione (un ambone), ma alla fine del XVIII secolo venne cambiata la disposizione degli stalli, l’altare venne spostato più avanti e l’ambone (che oggi si trova in fondo alla navata), fu smontato. Esso è un capolavoro di scultura, eseguito tra il 1533-’34.

Vetrate del 1400 si possono vedere nella parte centrale mentre sopra il portale Nord si vede un grande rosone, contenuti in quattro segmenti di cerchio. All’interno si vede Cristo che regge il globo terrestre, accerchiato da angeli e cherubini con molteplici ali. E’ l’unico ingresso monumentale della Cattedrale.

Dipinti del XVIII, alcuni sepolcri di vescovi giacenti (XIV sec.), tavole ispirate a Dϋrer (scene dell’Apocalisse) si ammirano nel deambulatorio meridionale. Nella chiave di volta della Cappella assiale si nota San Pietro con le chiavi. Nella vetrata, l’Albero di Jesse.

Nel rosone del transetto Sud ci sono 12 raggi, simbolo degli Apostoli, ma anche i segni dello Zodiaco, i mesi, ecc. I lavori di questa zona risalgono al 1344.

La decorazione della galleria (in calcare della Bassa Corrèze), presenta un intero programma iconografico del Rinascimento, sia pagano che cristiano. Vi si individuano le sei virtù, purtroppo mutilate durante la Rivoluzione: fede, speranza, carità, giustizia, fortezza e prudenza.

Colonne, pilastri e un sontuoso apparato, corone, vasi, pergamene trionfano nelle sculture con ninfe, figure femminili a seno nudo ... Un intero mondo dell'arte antica. Sottoscocca, bassorilievi raffigurano sei delle dodici fatiche di Ercole (gli altri sei erano sul lato opposto della galleria, ormai scomparsa): il semidio viene presentato mentre uccide il leone di Nemea, l' Idra di Lerna, i Centauri ... Perché un tale motivo in un edificio religioso? Non dimentichiamo che il Jube è rinascimentale.  Ercole una volta era credutoi essere un tipo di Cristo: egli è il figlio di Dio e compie la sua Opera attraverso varie prove (iniziatiche/miracoli). Infine, in tempi moderni, una croce monumentale sormonta la balaustra: Cristo, con il suo sacrificio,  è vittorioso sugli dei “pagani". La vittoria del figlio di Dio è anche declinata attraverso gli strumenti della Passione, rappresentata  da angeli che portano corone di alloro.

Sorprendente, una Madonna Nera con Bambino, in trono, nella Cappella a sinistra dell’altare maggiore (guardando verso di esso).  L’incredibile lavoro di smalti e oreficeria, del 2009, è ispirato a alla Madonna in maestà di Puy-en-Velay (Auvergne), bruciata nel 1794) e alla maestà di Conques (l’unica pervenuta fino ai nostri giorni del periodo Carolongio). E’ un marchio di fuoco, che riceve i primi raggi del mattino e gli ultimi della sera, un’opera realizzata  da Léa Sham’s e Alain Duban, che non sono nemmeno praticanti, ma in accordo con il parroco della cattedrale, Jean Mary Gaudron, hanno saputo creare un lavoro che è espressione suprema dell’incontro fra arte ed esperienza spirituale. Nostra Signora della Luce è un omaggio all'arte della smaltatura nella terra dell’arte del fuoco per eccellenza! "Un artista è colui che vede e aiuta gli altri a vedere”, diceva Matisse. Così Léa ed Alain sono stati bloccati per mesi nel loro studio per dare vita ad una luce e al suo Mistero. E’ nata così questa Maestà Nera con il Bambino che, per dimensioni e magnificenza, non ha equivalenti nelle opere del XX e X XI secolo.

 

                                                            

 

Uscendo dalla splendida e monumentale cattedrale, ci dirigiamo verso l’antica Casa dei Compagnons du Tour de France. La vecchia casa dei canonici della Cattedrale fu ceduta dalla Città alla Federazione dei Compagnons de Devoirs (“Compagni di Dovere”) du Tour de France.

 

              Vestigia medievali sulla facciata della "Mason des Compagnons" di Limoges

 

Questa corporazione millenaria di maestranze edili è stata sempre formata da operai edili specializzati, carpentieri, muratori, tagliapietre, dotati di un’alta coscienza professionale. La vecchia Casa medievale è stata restaurata e trasformata in uno dei maggiori centri di formazione in Francia e in Europa e nel giardino della cattedrale, i moderni “Compagnons” hanno creato un museo della loro arte (ciascun “apprendista” ha creato una propria opera lasciando quindi il proprio segno, a seconda del grado).

 

  • Il Museo dei Compagnons: La Cité des Métiers et des Arts

 

Fa parte del FCMB (Federation Compagnonnique Des Metiers du Batiment), che comprende un circuito di Musei dello stesso tipo che si trovano nelle seguenti città: Arras (La Maison des Compagnons), Bordeaux (Musée des Compagnons du Tour de France), Parigi (Musée-Librairie du Compagnonnage), Tolosa (Musée des Compagnons), e altri due musei esterni a questo circuito del FCMB che sono situati a Tours (Musée du Compagnonnage) e a Romanèche-Thorins (Musée Départemental du Compagnonnage Pierre-Franςois Guillon), quet’ultima località (meno nota delle altre) si trova a  20 km a sud di Mâcon e a 50 km a nord di Lione.

Avevamo avuto modo di visitare il Museo di Tours, e ora conosciamo quello di Limoges. Nell'area della Cattedrale e in prossimità della sede dei Compagni di doveri del Tour de France si estendono i giardini del Vescovo. Questi giardini si situano sull’ antico refettorio dell'ex seminario diocesano, gioiello storico della Cité des Métiers et des Arts. Oggi, solo un unico edificio intatto rimane a riflettere l'esistenza in questo luogo dell' Abbazia della Regola (’”Abbaye de la Règle”), fondata prima della fine del X secolo. In questo quartiere risiedevano i costruttori e gente popolare. L’abbazia venne distrutta nel XX secolo e di essa resta solo il portale, e una “gloriette” (una sorta di guglia), che fu rifatta identica dai Compagnons ed è collocata nel giardino. Si possono visitare i sotterranei medievali dell’abbazia, previo accordo con il Comune.

Questa rinomata Abbazia ha resistito per mille anni e ha lasciato la sua impronta nella storia di Limoges. Costruttori nei siti delle cattedrali nel Medioevo, i compagnons perpetuano il lavoro dei loro antenati. La città delle arti e mestieri, oggi, è un tributo unico a corporazioni di diversi mestieri e a coloro che sono stati in grado di trasmettere la Tradizione per generazioni.

Il Museo è una mostra permanente di capolavori dei compagni del Tour de France e di Meilleurs Ouvriers di Francia, divenuti, oggi, oggetti, informazioni storiche, tecniche e didattiche su questa Gilda e le sue imprese. Su due piani, allestiti in modo ordinato e funzionale, i manufatti  (datati dal XIX secolo ai giorni nostri) sono contrassegnati da una targhetta informativa sull’esecutore, la provenienza e la data di realizzazione, nonché il materiale di cui è costituito ogni singolo pezzo e spesso è riportato il grado di difficoltà e il suo simbolismo sotteso.

Ricorderemo che incontrammo le tracce dei Compagnons de Devoir quando visitammo la Grotta della Maddalena alla Sainte Baume. Lì le vetrate recano la "firma" di chi li ha eseguite (negli anni '80 del XX secolo), cioè simboli massonici-corporativi della Gilda di appartenenza. Questa moderna consorteria, tuttora operante in Francia e itinerante, si chiama appunto Compagnons du Devoir, cioè Compagni di Dovere e ha, come ultima tappa, proprio la grotta della Maddalena, dopo che i membri sono passati anche per la basilica di Saint Maximin, la più grande costruzione gotica della Francia del sud, dove tradizionalmente lasciano le loro firme e sigilli sul Libro di passaggio... Maddalena è  la loro santa protettrice.

Nel Museo di Limoges rovano posto vetrine che espongono gli strumenti necessari ai “Compagnons”, come quelli mostrati nella figura sottostante:

 

                          

 

Vi sono naturalmente le statuette lignee dei tre fondatori leggendari della corporazione: Salomone, Mastro Jacques e Pere Subise. Sono estremamente curate nei dettagli e sono opera recente di un artista polacco, J. Marut, della cittadina di Gniew, nella regione di Gdansk, con la quale il Limousin è gemellata.

 

         

Le statuette di Re Salomone (a sinistra), Maestro Jacques (al centro) e Pere Soubise (a destra), riunite in una nostra rielaborazione fotografica

 

Il Compagnonaggio, recita un pannello in loco, si divide in tre riti, posti sotto il patronato di Re Salomone, di Maestro Jacques e di Pere Subise. Due leggende tentano di spiegare la loro esistenza:

  • la prima è di origine biblica. Re Salomone, mille anni prima della nostra era, aveva ordinato la costruzione di un Tempio gigantesco a Gerusalemme sotto la direzione dell’architetto Hiram, che reclutò più di mille operai per realizzare l’opera. Per le differenze del loro diverso rango (grado) e dei loro meriti, ciascuno aveva un segno distintivo e di riconoscimento. Nacque un Ordine, basato sulla lealtà , la conoscenza e la competenza. Due maestri, in particolare, si distinsero sul cantiere: Maestro Jacques (responsabile dei tagliatori di pietre) e Pere Subise (patron dei carpentieri). Essi saranno all’origine del Compagnonnage moderno.
  • Una seconda leggenda, più prodiga di fatti storici, associa la figura di Maestro Jacques a quella di Jacques Moler, un tagliapietre e Pere Subise a Soubise de Nogent, un carpentiere. Entrambi parteciparono alla costruzione delle torri della cattedrale di Orléans, nel XV secolo. Alla fine del cantiere, i due si separarono per creare, ciascuno, il proprio compagnonnage.

Re Salomone è rappresentato in maestà, con una corona e porta abiti antichi; la tenuta di Maestro Jacques combina abiti medievali (toga) agli attributi dei Compagnons (il bastone e il nastro). Egli indica un libro aperto du Saint-Devoir de Dieu, sul quale sono incise alcune parole ma al momento ci risultano incomprensibili, essendo cotituite da alcune lettere del nostro alfabeto, alcune -forse- ebraiche e per il resto sembrano appartenere ad un alfabeto cifrato. 

Pere Subise porta un abito da monaco benedettino e dei sandali, ciò che sta facendo ricorda l'importanza della tecnica della linea.

Al piano superiore troviamo stendardi, fotografie d’epoca, il quadro con la Riconciliazione dei Compagnons nel XIX secolo, oltre ad oggetti usati nei rituali iniziatici, i famosi “colori” indossati a seconda del grado.

 

                 

 

Della scritta "Noli Me Tangere", motto dei Compagnons, ne parlammo quando visitammo la Sainte Baume. Quando riceve l'adozione alla Gilda corporativa, il candidato riceve il suo colore (un nastro o blasone che contrassegna in sostanza il suo grado di appartenenza) che riconosce il segno del suo lavoro, inoltre c'è un'iconografia specifica che contraddistingue gli affratellati e rappresenta due personaggi: una donna che, ginocchio a terra, tende le mani verso un uomo che tiene una vanga, davanti ad una caverna che porta sul frontone un'iscrizione latina: NOLI ME TANGERE (raffigurazione presente nella sesta vetrata de La Sainte Baume), la frase che Gesù Cristo disse alla Maddalena quando le apparve dopo la Resurrezione e che significa "Non mi toccare"). Secondo la loro simbolica, Maria Maddalena simboleggia la progressione lenta che, durante tutta una vita seminata di successi e di fallimenti, permetterà all'iniziato di scoprire poco a poco il senso della sua esistenza. Un viaggio di Elevazione spirituale, che procede con il Lavoro.
Una vetrina è dedicata ad Agricol Perdiguier (1805-1875), Compagno Falegname del Dovere di Libertà, vice di Parigi nel 1848 e 1849, scrittore, giornalista, professore di disegno, pacificatore del Compagnonnage nel XIX secolo.

 

                   

 

Il Museo ospita anche un centro informazioni, un centro multimediale e una sala conferenze. Nei suggestivi sotterranei dell’edificio si allestiscono mostre temporanee di grande interesse.

 

                    

                                                               Veduta generale dell'allestimento museale

 

Nel vasto spazio del giardino terrazzato (“Giardino del Vescovo”) è stato realizzato nel 1980 un “Giardino botanico” con numerosi biotipi limosini (della regione), bellissime piante, fiori, ninfee, il tutto in una scenografia che comprende laghetti, cascatelle, vialetti geometrici, come in un piccolo Eden.

E dire che a Limoges dovevamo sostare solamente, per riposare un po’ prima di riprendere il nostro itinerario…Ci ha stimolato, invece, a rimanere un po’ di più per visitare questa interessante area della Cattedrale, degli angoli "insoliti" e, dopo una meritata dormita in questa sorprendente città, quasi fuori dal tempo, il viaggio continua.  La Rochelle  ci attende.

 

Galleria foto: LIMOGES

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