Il Fort St. Jean di Marsiglia

                                                               (Marisa Uberti)

 

Il fascinoso Forte prende il nome dalla Commanderia dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni che qui era insediata, dal XII secolo. I Cavalieri del Sovrano Ordine di Rodi e di Malta vi restarono fino al XVII secolo. Una targa ne ricorda la presenza: fu apposta il 18 maggio 1981 dal 77° Gran Maestro Fra Angelo de Mojana di Cologna.

 

                       

 

Al tempo delle Crociate il sito, collocato all’imboccatura del porto, serviva per trasportare le truppe in Terra Santa. Tutto il quartiere prese poi il nome di San Giovanni, così come la cappella costruita dai Giovanniti, che divenne poi una chiesa. Vi era anche un hospitale e il Palazzo del Comandante (il complesso si completò nel 1386). La chiesa, a doppio campanile a vela, è attualmente racchiusa nel forte.

 

                    

                                                           Fort St. Jean: la Galleria degli Ufficiali

 

La struttura, che affaccia sul porto, si compone di diversi edifici. Su questo promontorio probabilmente si insediarono, come abbiamo già detto, i primi greci venuti da Focea e qui potevano essere sorti i primi templi alle divinità dell’Olimpo (promontorio di Artemide?).

Caratteristica e immediatamente visibile all’ingresso del porto è la Torre quadrata o Torre del Re Renè (Renato d’Angiò), che fece costruire tra il 1447 e il 1452, su una torre più antica, che era stata indebolita dal sacco degli Aragonesi. A quel tempo delle catene chiudevano il porto di Marsiglia e le vedemmo quando visitammo la Cappella del Santo Caliz a Valencia, in Spagna. Ma perché finirono colà? Perché vi furono portate dal re Alfonso il Magnanimo (1394-1458) nel XV secolo, quando espugnò la città provenzale. Le catene che chiudevano il porto di Marsiglia, con lo strumento usato per romperle, sono appese ad una delle pareti della Cappella del Santo Caliz, un ambiente altamente sacro, e quindi furono considerate molto importanti. Quando il re aragonese fece dono  del Santo Calice alla cattedrale valenciana, il 18 marzo 1437, consegnò anche altre varie reliquie (tra cui quella di San Luigi d'Angiò o San Luigi di Marsiglia, che solo nel 1956 venne restituita al capoluogo provenzale, come abbiamo visto occupandoci dell' ex- chiesa Templare degli Augustins), in segno di devozione alla Coppa che gli aveva portato fortuna, insieme ai trofei della vittoria, rappresentati appunto dalle catene. Questi corsi e ricorsi della storia, nelle nostre ricerche, ci fanno piacere, perché denotano un continuo intrecciarsi di eventi, personaggi e simboli lungo un filo che sembra srotolarsi ogni volta un po’ di più.

 

                      

                                                La Tour du Roy René

 

Altra caratteristica è la Torre circolare, detta Tour du Fanal (o Torre della Lanterna) che fungeva da faro. Fort St. Jean è un complesso militare inseparabile dalla storia di Marsiglia, che ha assunto le forme odierne nel XVII secolo, quando il re di Francia Luigi XIV decise di rafforzare le difese della città. Infatti, dopo la ribellione di Marsiglia contro l'autorità reale (1658-1660),  Luigi XIV decise di tenere la città in rispetto e lo dimostrò costruendo due cittadelle all'ingresso del porto (l’altra è sul lato opposto ed è il Fort St. Nicolas).

 

                                

                                                    La Tour du Fanal

 

La prima pietra della nuova fortezza venne posata il 14 Agosto 1668 dal Cavaliere Clerville. Vauban assunse nel 1678 la committenza di lavori di scavo di un fossato per isolare il promontorio, come abbiamo detto parlando della chiesa di St. Laurent.

La fortezza mantenne una funzione strettamente militare per tre secoli, fino alla Rivoluzione Francese, quando venne presa dalla folla rivoluzionaria, la quale decapitò il comandante della guarnigione reale, il cavalier de Beausse (si era rifiutato di cedere la fortezza).

 

 

Pianta dei due forti (St. Jean  e St. Nicholas, nel 1731, a difesa del Vecchio Porto di Marsiglia

 

 

Dopo la caduta di Robespierre, un centinaio di prigionieri giacobini rinchiusi nel forte (adibito allora a prigione) vennero massacrati. Durante i primi decenni del XIX e XX secolo, Fort St. Jean fu in possesso dell’esercito francese e funse da caserma; erano quelli gli anni della Legione Straniera, basata principalmente in Nord Africa (1830-1962) e nel forte sostavano le reclute destinate alla formazione di base in Algeria.

Nel corso della II Guerra Mondiale venne utilizzato come deposito di munizioni tedesco e rifugio antiaereo ma un’esplosione accidentale, nel 1944, provocò un serio danno e diversi edifici andarono distrutti. Subì un periodo di abbandono fino a quando passò al Ministero dei Beni Culturali nel 1960; tra il 1960 e il 1971 vennero riparati i danni. Nel 1964 fu classificato come Monumento Storico e venne posto sotto il Ministero della Cultura. Il DRASSM (Dipartimento di Ricerca Archeologica Subacquea) vi ebbe sede tra il 1970 e il 2005. Dal 2013 Fort St. Jean è parte del MuCem.

Bellissima la passeggiata esterna del Forte, realizzata da un team di architetti, urbanisti e paesaggisti con sede a Valencia (ecco, i ricorsi della storia…!). Qui è stato allestito un giardino mediterraneo chiamato “Le Jardin des migrations” (Il Giardino delle migrazioni) occupante un’area di 12.000 metri quadrati, rivelando in tutta la sua bellezza il Fort St. Jean e il suo contesto in relazione al resto della città. Lo spazio ha voluto essere, nelle intenzioni dei progettisti (vincitori di un concorso commissionato dal Ministero della Cultura francese), un omaggio ai viaggiatori di tutte le provenienze che nel corso del tempo sono sbarcati a Marsiglia e continuano a farlo. Il giardino è concepito come un libro ancora aperto che sfida i sensi, indipendentemente dalle stagioni.

 

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(Autrice: Marisa Uberti ©2014 Tutti i diritti riservati. Articoli e foto non possono essere copiati nè riprodotti senza autorizzazione dei rispettivi autori)

Galleria foto: Fort St. Jean

Argomento: Fort St. jean

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