Astronomia e Simbolismo Cosmico nella chiesa di S. Giorgio a Petrella Tifernina (CB)

(di Adriano Gaspani)
 
Abstract
 
Lo scopo di questo studio è quello di mettere in evidenza quanto risultato dall’analisi della chiesa San Giorgio a Petrella Tifernina (CB), eseguita in un’ottica di tipo archeoastronomico e di tentare di comprendere i principi informatori e le modalità di progettazione in cui l’Astronomia giocò un ruolo importante. Prima di entrare nel merito della descrizione dei risultati raggiunti è utile richiamare brevemente alcune nozioni di Astronomia che permetteranno al lettore di comprendere meglio la problematica relativa ai criteri astronomici applicati dagli architetti medioevali durante la fase di edificazione di un luogo di culto cristiano. Per capire che cosa pensassero gli antichi del mondo che li circondava dobbiamo tentare di osservare i fenomeni celesti con i loro stessi occhi. Per poter fare questo è necessario conoscere almeno i principi fondamentali dell’Astronomia di Posizione che è quella branca della Scienza del Cielo che si occupa di descrivere la posizione e il movimento dei corpi celesti utilizzando come base di osservazione un punto posto sulla superficie della Terra; questo ci permetterà di capire cosa gli uomini vissuti nel periodo altomedioevale potessero osservare nel cielo e intuire dei meccanismi che regolano la posizione ed il moto dei corpi celesti. Queste nozioni sono basilari qualora si desideri affrontare lo studio dei manufatti architettonici che abbiano rilevanza anche dal punto di vista astronomico.
 
In questo lavoro sono stati descritti i risultati dell’analisi archeoastronomica della chiesa di San Giorgio a Petrella Tifernina ed è stato messo in evidenza che sia l’edificio chiesastico principale che la cripta furono fondati ed edificati utilizzando una serie di regole simboliche e geometriche astronomicamente significative. Quello che è apparso evidente è che il complesso absidale e la cripta probabilmente sono coeve e potrebbero essere collocate cronologicamente al XI secolo, mentre la navata è probabilmente di epoca un poco posteriore e quindi probabilmente edificata da un diverso architetto. Attualmente può essere ragionevolmente assunto che il complesso absidale e forse anche la cripta possano essere state edificate da un probabile monaco o laico di origine sassone, un tal Alferid, che ha edificato una chiesa orientata con l’abside ad occidente, quindi nella maniera opposta a quanto stabilito dalle regole classiche del Cristianesimo e raccomandate dalla Curia Romana a quel tempo. La particolare orientazione dell’asse del complesso absidale è risultata concorde con il punto di tramonto del Sole al solstizio d’inverno, all’orizzonte naturale locale, durante il XI secolo, mentre l’asse della cripta, che personalmente non ritengo di origine bizantina, è risultato allineato verso il punto di sorgere della Luna alle sua estrema declinazione meridionale all’orizzonte naturale locale. I margini di errore sono minimi, quindi i targets astronomici messi in evidenza sono da ritenere reali e deliberatamente scelti in fase di progetto in quella successiva di tracciamento e materializzazione delle direzioni sul terreno. A questo proposito è stato possibile ricostruire le procedure geometriche-gnomoniche utilizzate per materializzare sul terreno le direzioni richieste senza eseguire alcuna osservazione astronomica diretta del Sole e della Luna. Questo testimonia una grande abilità e una grande conoscenza della Geometria pratica da parte di Mastro Alferid, da cui si evince una sua conoscenza del testo Geometria di Gerberto d’Aurillac (Papa Silvestro II) scritto poco prima dell’anno 1000. Lo studio archeoastronomico dell’orientazione della navata invece rimanda ad un diverso personaggio, di epoca successiva, il quale codificò un allineamento differente, di natura stellare ottenuto dalla diretta osservazione del punto di tramonto della stella Sirio, la più luminosa del cielo, durante il XI-XII secolo e dalla parte opposta, del sorgere della stella di prima magnitudine Regolo nella costellazione del Leone, simbolicamente ritenuta a quel tempo “la stella regale”. La tipologia degli allineamenti e la metodologia pratica per materializzarli sul terreno suggeriscono molto chiaramente due differenti mani e quindi due differenti architetti che si sono succeduti uno dopo l’altro nel cantiere. Se sul primo possiamo fare qualche ipotesi su mastro Alferid, nulla si sa del secondo. Anche le proiezioni dei fasci di luce solare all’interno dell’aula della chiesa sembrano essere stati deliberatamente voluti per realizzare interessanti ierofanie.
 
(lo studio integrale si trova nel pdf che potete leggere o scaricare da qui)
 
  • Sulla chiesa di Petrella Tifernina abbiamo pubblicato un video nel 2015
  • L'articolo del prof. A. Gaspani si pubblica in questo sito il 19/12/2022 dietro concessione dell'autore stesso, al quale vanno i nostri ringraziamenti (adriano.gaspani@inaf.it)